Lunga intervista concessa da Aldo Serena a Tuttosport riguardo alla Nazionale di Gattuso e, in particolare, sulla coppia d'attacco:

news
Serena: “Kean e Retegui mi ricordano Paolo Rossi e Graziani: vi spiego”
«Nella prima partita in cui Gattuso li ha schierati titolari ero curioso di capire come si sarebbero integrati e credo che la coppia funzioni proprio perché tra i due è forte la volontà di trovarsi e di giocare insieme. Retegui è bravo a scaricare dietro il pallone e a difenderlo, mentre Kean gli può anche un po’ girare intorno. Kean è bravissimo ad attaccare lo spazio, a lavorare in ampiezza perché è un attaccante con una fisicità notevole, mentre Retegui il meglio lo dà in area dove è micidiale anche perché, a differenza di molti colleghi, è bravissimo a colpire di testa saltando a pié pari, non dopo aver fatto “il terzo tempo”: ciò nonostante, resta molto in aria e riesce a sorprendere chi lo marca».
A proposito di Retegui: c’è chi crede che andare in Arabia, almeno guardando la questione in ottica Nazionale, sia stato un bene perché Gattuso troverà sempre un giocatore più fresco rispetto a chi si misura con il calcio europeo. È d’accordo?
«A metà. Perché sotto il profilo dell’usura, giocare quel campionato può salvaguardarlo; per il resto è sempre meglio giocare in competizioni dove ci si misura con gli avversari sotto stress, acquistando l’abitudine a giocare a certi livelli».
Quale coppia del passato le ricordano Kean e Retegui?
«Non vorrei essere blasfemo, ma dico Rossi e Graziani».
Urca...
«Il mio ragionamento si basa sulle caratteristiche della coppia, anche se con un livello diverso rispetto ai due campioni del mondo nel 1982. Rossi era molto bravo tecnicamente ed era bravissimo, come Retegui, a muoversi in area di rigore, a chiudere i triangoli con i centrocampisti e a scaricare la palla indietro dopo averla difesa. Graziani era un toro: aveva fisicità e sapeva attaccare la profondità portandosi a spasso spesso un paio di avversari. Proprio come Kean».
Come le sembrano i primi passi di Gattuso come ct?
«Sta interpretando il ruolo in linea a quello che è lui: un motivatore d’eccezione, un allenatore che cerca di assemblare i propri giocatori in relazione alle qualità che questi possiedono».
Così si spiega anche l’idea di alternare difesa a tre e difesa a quattro?
«Sì, anche se questa scelta non mi convince: io un canovaccio tattico definito lo terrei, anche per infondere più sicurezze a chi va in campo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA



