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Stramaccioni: “Chivu grande occasione. Akanji colpo importante, da tempo Inter non inseriva”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico dell’Inter Andrea Stramaccioni ha parlato del big match della terza giornata tra Juve e Inter
Andrea Della Sala Redattore 

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico dell’Inter Andrea Stramaccioni ha parlato del big match della terza giornata tra Juve e Inter:

Che cosa significa questa partita?

«Juve-Inter va oltre qualunque etichetta: è una sfida che non sarà mai come le altre, per i tifosi più che mai conta solo il risultato. E Tudor e Chivu ne sono consapevoli. Cristian ha una squadra con giocatori più esperti e abituati a partite così, Igor conta su un ottimo momento di forma, soprattutto mentale».

Un “conservatore” che ha portato stabilità alla Juve contro un “rivoluzionario” che sta provando a cambiare l’Inter.

«Da Motta a Tudor per la Juve è stato un cambio netto: prima palleggio e copertura degli spazi, ora verticalità e uomo contro uomo. Tra Tudor e il gruppo si percepisce grande empatia e in campo le cose funzionano. Chivu è alla grande occasione, ma ha ereditato una situazione difficile: 4 anni di Inzaghi e 2 di Conte sono fortemente connotanti sul 3-5-2. Cristian ha deciso di seguire questa traccia, ma provando ad inserire le sue idee. Gli serve tempo, ma lui per primo sa bene che all’Inter il tempo stringe».

Di debuttanti se ne vedranno parecchi anche in campo. Chi la incuriosisce di più?

«Openda, voglio vederlo all’opera in Italia e capire come lo utilizzerà Tudor, può essere l’elemento che dà peso al tridente. Lavora bene alle spalle di una prima punta, lo vedo sia con David che con Vlahovic. Nell’Inter Sucic fa tutto sopra la media. Difende, attacca, ha forza, ha gamba, ma attenzione: non è Calhanoglu, non è un regista puro. È un ottimo acquisto ma va lasciato crescere».

Stramaccioni: “Chivu grande occasione. Akanji colpo importante, da tempo Inter non inseriva”- immagine 2

In estate lei insisteva: all’Inter serve un difensore. Akanji è l’uomo giusto?

«Da due anni l’Inter non inseriva in difesa elementi di alta qualità, tutti parlavano di attaccanti, ma i gol non sono mai mancati, mentre i trofei degli ultimi anni nascevano da grandi prestazioni dietro e i tifosi hanno negli occhi gol subiti con troppa facilità, che hanno vanificato occasioni importanti. Akanji è un gran bel colpo: oltre 300 presenze fra Dortmund e City, perno della difesa della Svizzera. Sa giocare indistintamente in tutti i ruoli della difesa a tre ed ha una mentalità vincente e propositiva in campo».

Dall’altra parte c’è Bremer: è lui il miglior centrale della Serie A?

«È il miglior... acquisto della Juve, stravedo per lui. Forza, leadership e mentalità: eleva il valore di chi gli sta intorno. È uno degli ultimi difensori rimasti a “marcare” nel vero senso della parola, senz’altro tra i migliori».

Sul mercato, la Juve si è mossa in attacco. Tudor ha un reparto da titolo?

«Ora ha davvero un parco punte completo, Tudor può davvero sbizzarrirsi. E occhio: l’ultimo assist Zhegrova lo ha fatto per David al Lilla, su tre nuovi arrivati, due hanno già una buona intesa... Detto questo, per me c’è un solo titolare indiscutibile: Yildiz».

E allora, sfida tra 10: Kenan o Lautaro?

«Stesso numero ma caratteristiche e momenti di carriera diversi. Lautaro, nella morsa di Bremer e Gatti, avrà pochi palloni puliti giocabili e dovrà farsi trovare pronto alla minima occasione. Yildiz non darà punti di riferimento svariando fra il centro e la sinistra. Con Akanji sarebbe un bel duello, hanno baricentro e cilindrata molto diversi».

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Derby in famiglia: Khephren o Marcus Thuram?

«Storia bellissima, di due giocatori straordinari. Khephren cresce di partita in partita ed è esaltato dal gioco di Tudor, Marcus si è ripresentato in gran forma dopo i problemi del finale dell’ultima stagione, segna e salta l’uomo alla sua maniera».

Registi allo specchio: Locatelli o Calhanoglu?

«Calha, regista fine e unico nel suo genere, sta ritrovando continuità di prestazione anche grazie alla Turchia. Locatelli in Nazionale sta capitalizzando la fiducia di Gattuso che lo aveva giovanissimo al Milan e ha giocato una gara di sostanza a Debrecen. La battaglia in mezzo sarà una delle chiavi domani: l’inferiorità numerica bianconera contro i tre centrocampisti nerazzurri sarà pareggiata dall’aggressività uomo contro uomo “tudoriana”, supportata da difesa e attacco».

Una stella per parte: sarà la serata di…

«Bremer e Lautaro. Il primo è il simbolo della ritrovata solidità juventina, il secondo è il leader e trascinatore assoluto nerazzurro, in particolare per l’atteggiamento che trasmette in queste sfide».