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fcinter1908 news interviste Vieira: “Chiamata Inter? Ho sentito, ma a me non è arrivato nulla. Via prima del Triplete per…”

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Vieira: “Chiamata Inter? Ho sentito, ma a me non è arrivato nulla. Via prima del Triplete per…”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato dal Corriere della Sera, l'allenatore del Genoa Patrick Vieira ha parlato dell'interesse estivo dell'Inter e non solo

Intervistato dal Corriere della Sera, l'allenatore del Genoa Patrick Vieira ha parlato dell'interesse estivo dell'Inter e non solo

Dal punto di vista del rapporto con i calciatori, che allenatore è Vieira?

«Diretto e onesto. I miei ragazzi sanno che possono sempre venire nel mio ufficio per una discussione. Devo dire loro anche quello che non vogliono sentire».

Avrà imparato dai grandi tecnici che ha avuto: Wenger, Capello, Mancini, Mourinho.

«La loro qualità era essere sé stessi, non devo imitarli: Wenger era più diplomatico, Mourinho e Mancini meno».

Con Mourinho all’Inter non era finita bene.

«Me ne sono andato a gennaio, pochi mesi prima del Triplete. Ma per colpa mia, non sua».

Voleva giocare di più.

«Mi ha sempre detto le cose con trasparenza. Abbiamo avuto un rapporto difficile, ma sincero. Quando ci siamo rivisti, ci siamo salutati con affetto. E ora che sono dall’altra parte, comprendo il suo punto di vista».

È vero che inizialmente non si vedeva allenatore?

«Sì. Volevo solo fare il giro del mondo con la famiglia».

E poi?

«Sono rimasto al Manchester City per due anni: i giovani mi guardavano, mi ascoltavano. Ho capito che allenare sarebbe stata la mia strada».


Zlatan Ibrahimovic ha detto: «Vieira è il compagno da cui ho imparato di più».

«Entrambi vivevamo per la competizione, anche in allenamento. Lo stesso vale per i nostri compagni: penso a Buffon, Cannavaro e Thuram alla Juve, a Cambiasso, Zanetti e Stankovic nell’Inter».

Tra lei e Ibra non sono mancati scontri.

«Fa parte del calcio. Ma siamo buoni amici: nel calcio non c’è niente di personale. Per alzare il livello della squadra, dobbiamo essere esigenti con i nostri compagni».

Lei era in campo nella finale del Mondiale 2006, testata di Zidane a Materazzi.

«Ogni tanto capita di perdere la testa. Mi dispiace per l’uomo Zidane e per noi francesi: con lui in campo, avremmo vinto. Se potessi scegliere una partita da rigiocare, sarebbe quella. Ma l’Italia avrebbe meritato nella finale dell’Europeo nel 2000».

L’allenatore con cui avrebbe voluto lavorare?

«Jurgen Klopp».

Prima di scegliere Chivu, l’Inter l’ha cercata?

«Ho letto e sentito tanto, ma a me non è arrivato nulla. E io volevo solo lavorare nel Genoa anche per i tifosi: eccezionali».

Il Ferraris è davvero così speciale?

«Il popolo genoano ha una passione incredibile, si crea un’atmosfera che mi fa pensare all’Inghilterra».