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Zanetti: “Inter è club resiliente, dalle sconfitte ci si rialza. Triplete 2010? Dato tutto”

Eva A. Provenzano Caporedattore 

-Consigli da dare ad un ragazzo che vorrebbe fare la tua carriera? 

Prima di non smettere mai di sognare perché se uno vuole fortemente qualcosa deve cercarlo. Ci sono difficoltà sul percorso ma se uno vuole qualcosa deve prendersela, serve convinzione per farcela. Ho fatto il muratore con papà. Giocavo nelle giovanili dell'Independiente e mi hanno detto che ero piccolo e non crescevo quindi non ero in grado di giocare a calcio. Mio papà in una delle poche pause mi chiese cosa volevo fare da grande e gli ho detto voglio fare il calciatore. Mi ha detto di provare ancora. Da lì è iniziata la mia carriera. 

-Moratti ce lo descrivi? 

Un papà. Rappresenta uno dei papà di questa grande famiglia che è l'Inter. Ha creduto in me quando ero uno sconosciuto. C'erano ancora le video cassette. C'erano Mazzola e altri osservatori in Argentina. E loro cercavano il numero 10, Moratti gli disse comprate il numero 4. Mi piace il numero 4 che ero io. Così è andata. Una persona straordinaria, come tutta la sua famiglia. Abbiamo festeggiato 80 anni con lui c'eravamo in tanti. Con lui resterà sempre un legame fortissimo. Quel calcio romantico, sentimentale sia difficile rivederlo. 

-Preferisci Pupi o El Tractor? 

Mi giro subito. Ma in tanti mi chiamano Pupi, è il nome della mia Fondazione e mi piace che mi chiamino così. Viene dall'Argentina. Chiamavano così mio fratello e lo stesso allenatore mi aveva trasferito questo soprannome. 

-Costacurta ha detto che loro avevano zoccolo italiano, loro argentino. Una forza interna per lo spogliatoio? 

Ero da tanto all'Inter, poi sono arrivati tanti argentini rimasti a lungo. All'epoca si diceva che eravamo tutti stranieri ma questi giocatori quando scendevano in campo erano l'Inter e volevano vincere per lei, non importava da dove veniva. È stata la nostra forza. Affrontare quel Milan di Maldini, Baresi, Tassotti, Costarcurta c'era rivalità e rispetto. C'è tutt'ora, ci sarà sempre.