Della seconda vittoria dell'Inter in Champions League ha parlato, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Stefano Agresti

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Agresti: “Chivu fa girare i giocatori, non come Inzaghi. Dimarco? 90′ e alla fine correva…”
Ce li aspettavamo, questi due successi, ma li prendiamo comunque volentieri. Molto volentieri, con gioia e fiducia: vincere non è mai scontato, nemmeno quando sei migliore e giochi in casa. Inter e Atalanta ci sono riuscite, hanno battuto Slavia Praga e Bruges, e hanno aperto uno squarcio nuovo sul loro percorso in Champions : Chivu vola lassù al comando, l’obiettivo è rimanere tra le prime otto fino alla fine in modo da evitare i playoff (che un anno fa sono costati l’eliminazione addirittura a tre nostre squadre); Juric riparte dopo la batosta di Parigi e restituisce entusiasmo europeo a tutto l’ambiente.

Non sorprende nemmeno che Lautaro sia tornato a metterla dentro dopo un periodo — piuttosto breve in verità — non facile: due partite senza reti (Udinese e Juve), due trascorse in panchina quasi per intero a causa di un acciacco (Ajax e Sassuolo). Il fatto è che l’argentino fa gol con straordinaria continuità e allora bastano un paio di passaggi a vuoto per sorprendere. Contro il Cagliari è tornato a segnare, contro lo Slavia è successo due volte. E meno male che era in crisi.
Le scelte di Chivu svelano una volta di più quali siano le sue idee, finora messe in pratica solo in parte: far girare i calciatori, utilizzarne tanti, evitare di schierare sempre la stessa formazione. Una strategia in netto contrasto con le idee di Inzaghi, che mandava in campo sempre i medesimi titolari. Stavolta Chivu ha puntato all’inizio non solo su Sucic, ma anche su Zielinski, e ha recuperato alla causa Bisseck messo da parte dopo qualche errore di troppo. Ovviamente Dimarco ha giocato tutta la partita anziché uscire dopo 60 o 70 minuti come succedeva con Inzaghi. E nel finale correva che era una meraviglia.
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