E veniamo proprio alla squadra di Conte. La sconfitta di Como brucia e pesa a livello psicologico: nelle ultime quattro giornate gli azzurri hanno raccolto appena tre punti, dilapidando il vantaggio, nonostante dietro l’Inter non viaggiasse chissà a che ritmo infernale. Eppure, nel primo tempo del Sinigaglia il Napoli mi è piaciuto tanto. Per il pressing alto e la voglia di rimediare all’incredibile autogol di Rrahmani in avvio. In stagione raramente ho visto gli uomini di Fabregas così in difficoltà nel palleggio . Poi, però, nel secondo tempo gli azzurri si sono spenti. Dall’esterno difficile capirne il motivo, ma il calo è evidente. La gamba non ha girato più come nei primi 45’ e il Como ha trovato con Diao il gol da tre punti, benché Conte avesse provato con i cambi a ridare smalto ai suoi. Può stupire la sostituzione di Lukaku, non certo in giornata di grazia, ma capisco anche l’allenatore: Antonio ha cercato la soluzione in panchina, quando si è accorto che le cose non giravano nel verso giusto. Il problema è che i subentrati non sono riusciti a dare molto di più di chi è uscito.
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