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Capello: “Mi rivedo in Inzaghi. Ho un consiglio per Simone: c’è un passaggio cruciale”

Andrea Della Sala Redattore 

Fu così che io preparai la seconda finale con il Milan, quando le assenze di Baresi e Costacurta per squalifica avevano trasformato la difesa in un grande rebus da risolvere. Dopo che l’esperimento di Desailly centrale era naufragato nell’amichevole con la Fiorentina – non perché Marcel non ne avesse le capacità, visto che proprio con il Marsiglia ci aveva battuti un anno prima giocando in quella posizione, ma piuttosto perché in rossonero si sentiva a proprio agio solo a centrocampo –, i giornalisti mi chiesero: «Mister, è preoccupato in vista del Barcellona?». Risposi di no, ed era la verità. Ero tranquillo, quasi sollevato, perché avevo capito che cosa fare e su quali uomini concentrarmi. Decisi di spostare Maldini al centro accanto a Filippo Galli, con Tassotti e Panucci sulle fasce, e lavorai per una settimana su quella formazione. Il successo di Atene nacque anche così.