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Capello: “San Siro? Serve qualcosa di diverso. Incredibile Europeo 2032 senza Milano…”
Del nuovo stadio per Inter e Milan e dell'addio a San Siro, con tutte le difficoltà del caso, ha parlato a La Gazzetta dello Sport l'ex tecnico Fabio Capello:
Si può dire che San Siro l’ho visto crescere. Ho giocato col campo gelato, col sole, con la pioggia, con l’erba alta e anche con la segatura. Ho così tanti ricordi legati a San Siro che non saprei neanche da dove iniziare, davvero, ma credo che a questo Meazza, per come è concepito adesso, vada detto arrivederci. Bisogna proporre qualcosa di diverso, di nuovo, in linea con la modernità da cui siamo circondati. Ho l’incubo che questo impianto a me tanto caro possa diventare una cattedrale nel deserto, abbandonata a se stessa. E Milano non può permetterselo. Il calcio italiano non può permetterselo. San Siro deve continuare a essere un simbolo, ma in linea con la modernità.
Da tempo si parla di proposte, di idee, di qualcosa che vada al di là del dibattito, ma non se ne fa mai niente. Io credo che ormai le due società abbiano capito che bisogna giocare in un solo stadio, magari dividendo l’abitabilità. Ognuno avrà le sue idee com’è giusto che sia. Eppure, ciò che è successo con l’Europeo del 2032 mi mette una grande tristezza. È incredibile che una città come Milano non abbia uno stadio per questo evento, soprattutto dopo vari dibattiti a riguardo. Negli ultimi 15 anni la città è cresciuta in modo esponenziale. Ricordo quando Vittorio Sgarbi diceva che Milano avrebbe dovuto crescere tutta in ‘orizzontale’, ma invece è cresciuta in altezza con grattacieli su grattacieli. È incredibile che la questione stadio sia ancora ferma. Non si guarda mai l’interesse generale o ciò che fanno gli altri Paesi. San Siro va modernizzato e reso un gioiello.
In Italia c’è una burocrazia che fa spavento. Io ho giocato nel vecchio Wembley che era un cinodromo, poi l’hanno buttato giù e ricostruito . E nonostante tutto resta uno degli impianti più importanti del mondo, forse il simbolo di uno stadio moderno e funzionale. Questo è un problema che si trascina da anni. Ho avuto la fortuna di giocare a San Siro e allenarci. Ho vissuto notti indimenticabili. Notti in cui il Meazza vibrava e ti spingeva a dare il massimo, ma riconosco la necessità di avere uno stadio in linea coi tempi. Spero che le due società trovino un accordo col Comune soprattutto per ciò che si può sviluppare non solo all’interno dello stadio, ma intorno. Una cittadella dello sport. È fondamentale avere una struttura in cui ci siano bar, ristoranti, anche alberghi, e dove tutto sia pensato per far star bene il tifoso. Alla fine, è proprio questo che fanno in Europa. Fanno sentire il tifoso al centro del progetto. I grandi impianti inglesi e tedeschi sono pensati per questo. Qui, invece, si dibatte ancora sulla burocrazia. Ci tengo a chiudere con questa riflessione: è incredibile come nell'anno in cui ospitiamo l'Olimpiade invernale con Milano-Cortina, non ci sia lo spazio per portare San Siro all'Europeo del 2032.
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