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Derby, Chivu lo conosce bene: dal +5 al controsorpasso, il tecnico sa cosa aspettarsi

Derby, Chivu lo conosce bene: dal +5 al controsorpasso, il tecnico sa cosa aspettarsi - immagine 1
Da calciatore Chivu ne ha giocati e vissuti parecchi di derby contro il Milan. Di fronte avrà Allegri che lo ha già vissuto da allenatore
Andrea Della Sala Redattore 

Da calciatore Chivu ne ha giocati e vissuti parecchi di derby contro il Milan. Di fronte avrà Allegri che lo ha già vissuto da allenatore

"Ha vinto con goleada esaltante e perso con punteggio eclatante. Ha applaudito i rivali come fanno i galantuomini, ma si è pure fatto cacciare prima del tempo per entrata scriteriata. Si è pure vestito da mediano, lui difensore dal sinistro educatissimo. Sarà la prima volta che Cristian Chivu proverà a scacciare il Diavolo da allenatore nerazzurro, ma il romeno conosce il derby di Milano per esperienza diretta: ha sperimentato negli anni tutte le gradazioni di una partita unica, l’esaltazione e l’isteria, la gloria e la polvere. Questo, nello specifico, sarà un derby di altissima classifica perché la sua Inter ha preso la vetta dopo lungo inseguimento e il Milan di Allegri è ancora lì, due gradini sotto: l’Inter di Chivu può passare dal +5, mazzata poderosa sul campionato e sui cugini, al controsorpasso che darebbe inquietudine per il futuro. Di nerazzurro vestito, Cristian ha giocato dieci volte contro il Milan per un totale di quattro vittorie, un pareggio e cinque sconfitte (una in una Supercoppa italiana in Cina)", ricorda La Gazzetta dello Sport.

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"La prima fu nella stagione di esordio da interista, in un clima di festa con tanto di “corridoio d’onore” riservato agli avversari freschi campioni del Mondo. Era il 23 dicembre del 2007 e l’atmosfera natalizia permetteva di immaginare qualsiasi cosa, perfino il romeno traghettato nel ruolo di mezzala, guardiano del centrocampo alla sinistra di Cambiasso. Alla fine, la decise proprio l’argentino, bizzarro anche questo: non era il goleador più atteso in una partita in cui i centravanti di professione erano Ibra e Inzaghi. Dopo quell’inizio felice, al ritorno nel tepore di maggio Chivu scoprì quanto amaro possa lasciare una sconfitta nel derby. Era l’ultimo derby del primo Mancini sulla panchina dell’Inter, Inzaghi e Kakà (tardiva la rete di Cruz ad accorciare) complicarono enormemente il piano scudetto: le cronache raccontano di un romeno, tornato semplicemente terzino, nervoso alla fine nell’ultimo assalto garibaldino. L’ultima punizione battuta proprio da Chivu finì alle stelle e servì lo psicodramma finale di Siena per cucirsi il tricolore. Subito dopo, a guidare il romeno e gli altri nerazzurri sarebbe arrivato José Mourinho, maestro dei dettagli a cui ancora Cristian si ispira: con il portoghese come tecnico, Chivu ha vissuto il suo derby preferito, lo 0-4 in trasferta nell’anno incantato del Triplete. Nella stagione successiva, con Leonardo al timone, è invece il ricordo più doloroso: 3-0 milanista e cartellino rosso per fallo su Pato al 54’. L’allenatore del Diavolo trionfante si chiamava Max: adesso lo guarda da pari grado, sperando in esito assai diverso".

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"Prima di trasferirsi a Milano, Chivu aveva sperimentato un derby dai contorni diversi, più accesi: in quattro stagioni romaniste, ha giocato sei volte contro la Lazio, sempre in Serie A e raggranellato pareggi in serie (ben 4). L’unica gioia gliel’hanno data Taddei e Aquilani nel ritorno nel 2005-06, ma in quello successivo ne prese tre nell’Olimpico biancoceleste e segnò perfino Mutarelli. In queste partite bisogna aspettarsi spesso l’inatteso: Chivu lo ha imparato sulla pelle da giocatore e non lo dimenticherà certo da allenatore", aggiunge Gazzetta.