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Oltre all'importanza della partita, ci sono anche parecchi incroci significativi in Roma-Inter di questa sera. Uno in particolare tra le panchine: da una parte Gasperini, ex nerazzurro lasciatosi tra le polemiche, dall'altra Chivu, ex giocatore della Roma anche lui andato via in un clima non proprio positivo.
"Roma e la Roma sono un percorso umano, più che professionale, che attraverso molte tappe ha segnato la sua vita per sempre. Cristian Chivu stasera torna all’Olimpico da allenatore dell’Inter. E il destino, sotto le sembianze di un calendario sadico, lo ha costretto a pensare a lungo al passato che incrocia il futuro: per due settimane ha potuto prefigurare lo scenario in cui si esibirà. Un’incognita emotiva grande, grande davvero", ricorda La Gazzetta dello Sport.
"È andato via proprio quando non se ne sarebbe più andato. Estate 2007, la Roma ha appena vinto la Coppa Italia contro l’Inter resistendo a San Siro dopo il robusto 6-2 dell’Olimpico. Chivu è raggiante, perché si sta godendo il primo trofeo “italiano”. Bussa alla porta del ds, Daniele Pradè: «Che facciamo con il contratto?». L’interlocutore non può promettergli niente, neppure a 12 mesi dalla scadenza, perché la società sta vivendo una dolorosa crisi finanziaria. Passa qualche giorno: la Roma avverte Chivu che lo ha venduto al Real Madrid per 18 milioni. C’è però un piccolo dettaglio: Cristian nel frattempo si è accordato proprio con l’Inter e non intende rimangiarsi la parola data. «Capisco la necessità di cedermi – comunica ai dirigenti – ma se è così, decido io dove giocare». A Trigoria lo guardano come se fosse matto: si può rifiutare il Madrid? Si deve, per tener fede a un impegno. Alla fine prevarrà la linea del giocatore: Chivu firmerà per l’Inter".
"Stasera, già lo sa, sarà subissato dall’ostilità dei vecchi amici. È successo anche quando è tornato all’Olimpico da calciatore. Stavolta però percepirà tanti occhi feriti guardare verso la sua panchina, dove per la prima volta siede da avversario della Roma. Lo farà proprio con l’Inter, la magnifica tentazione che ha spezzato un rapporto già sfilacciato. L’addio non cancella i ricordi di un periodo splendido, trascorso tra la casa dell’Eur e i vicoli di Trastevere, senza rinunciare ogni tanto a una visita al Colosseo dove portava amici e parenti. A Roma ha vissuto attimi strabilianti, soprattutto il primo anno quando con Capello per un po’ sognò lo scudetto, ha sofferto per un lungo infortunio che gli impedì di aiutare i compagni sprofondati in zona retrocessione, ha chiuso in bellezza con un titolo festeggiato proprio a San Siro, lo stadio che sarebbe diventato suo. Un’uscita di scena che, se fosse stata studiata, non sarebbe venuta così bene. Peccato averla guastata con la scia di polemiche. Ma gli amori veri non finiscono mai tra i sorrisi", spiega il quotidiano.
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