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Inter più alta, non solo in classifica: “Basta riguardare il gol di Bonny, Barella poteva…”

Andrea Della Sala Redattore 
Da Inzaghi a Chivu l'Inter è cambiata e ormai è sotto gli occhi di tutti come siano diversi i principi di gioco

Stesso sistema, più o meno gli stessi interpreti, ma è l'interpretazione diversa. Da Inzaghi a Chivu l'Inter è cambiata e ormai è sotto gli occhi di tutti come siano diversi i principi di gioco.

"Questione di classifica, raddrizzata senza neanche dare il tempo agli altri di accorgersene, e di “postura” dentro al campo: l’Inter di Chivu si è decisamente... alzata, con la schiena e le spalle. Ora è in alto nel punteggio, ma anche nel baricentro medio, nel ritmo, nell’atteggiamento aggressivo, e così via in questa ricerca felice di un calcio “verticale”: ecco l’aggettivo simbolo della nuova era. L’innesco della rivoluzione romena sta nella linea difensiva, salita di quasi otto metri, ma è una attitudine generalizzata. Era il possesso insistito, a volte troppo, a definire il ritmo inzaghiano, mentre sotto Chivu il pressing alto consente di creare in automatico occasioni per attaccare: nel dettaglio, in un anno i recuperi palla offensivi sono passati da 6,2 a 7,6 a partita, così la sfera è traghettata subito avanti", analizza La Gazzetta dello Sport.

"Basterebbe rileggere il gol di Bonny all’Olimpico per rendersene conto: è nato da un’intuizione, verticale, ma Barella avrebbe potuto servire Dumfries davanti a lui. O Dimarco a sinistra. O Akanji dietro. Invece, ha guardato immediatamente verso le punte: un nuovo riflesso condizionato allenato sempre di più ad Appiano. Come la possibilità di diventare fallosi durante il pressing alto: i falli sono aumentati, nessuno se ne vergogna, anzi il dato piace allo staff. In questo modo, infatti, anche i duelli vinti sono cresciuti: da 44,1 a 45,8 nella media a gara. E ogni pallone riconquistato è spesso un pallone in più per far sorridere gli attaccanti", aggiunge Gazzetta.