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Libero – Inter, due domande da farsi. I dati sono chiari: così si espone ai rischi

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Il quotidiano fa una lunga analisi sulle difficioltà nerazzurre nei big match e la conclusione è che... deve giocare peggio
Eva A. Provenzano
Eva A. Provenzano Caporedattore 

"Due sconfitte consecutive, di nuovo. Come a inizio stagione contro Udinese e Juventus, l’Inter è caduta in sequenza contro Milan e Atletico Madrid.Tutti ko di misura, tutti maturati in partite che i nerazzurri avrebbero potuto non solo pareggiare, ma vincere. Togliamo l’Udinese e mettiamoci il Napoli e avremo quattro ko contro le cinque “big”affrontate finora con la Roma come unica eccezione". Il quotidiano Libero propone quest'oggi un'analisi profonda del malessere che l'Inter ha mostrato contro le big nelle sconfitte finora subite in campionato e CL.

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"Quando il livello dell’avversario si alza, i nerazzurri ci passano sotto in termini di risultati, mentre come prestazioni l’asticella è sempre alta (Udinese, anche qui, unica vera eccezione). E allora l’Inter ha due domande da porsi: perché perde proprio contro le pari grado?  E perché le partite in equilibrio finisce quasi sempre per perderle? L'Inter in tutte le gare perse ha prodotto più occasioni degli avversari e anche il computo degli Expected goals, quindi i gol attesi, rispetto all'AM era più alto: 1.3 contro 1. Ma hanno vinto gli spagnoli. Solo in un'occasione l'Inter ha prodotto meno dell'avversario ed è contro la Roma, la gara che ha vinto uno a zero. L'unico scontro diretto in cui l'Inter è stata meno Inter", scrive il giornale.

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"Spesso i nerazzurri si illudono della superiorità tecnica che producono in particolare negli scontri diretti contro le formazioni blasonate. Vengono meno il fallo tattico, le ammonizioni strategiche, le cose da vecchio calcio che Chivu spesso nomina dopo le gare", spiega ancora Libero.

"C'è anche una ragione tecnico strutturale e l'ha spiegata Chivu quando ha detto che per natura l'Inter deve attaccare con più uomini e questo predispone la sua squadra alle ripartenze. Non avendo in rosa sprinter e solisti l'Inter deve creare inerzia e ritmo tenendo molto il pallone. E mentre tiene il pallone attrae gli uomini che dovrebbero coprire in difesa e quindi presta il fianco alle avversarie. Per questo Chivu sta cercando di implementare un pressing ultra-offensivo, ma quando le avversarie pari grado hanno qualità per saltare la prima pressione, il campo si apre. Ed è punto e a capo".

La spiegazione di Chivu

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E allora «la svolta è attaccare lo spazio nel breve», ha spiegato Chivu, ovvero diminuendo il tempo medio delle azioni, quindi la possibilità che gli uomini in copertura si facciano attrarre dalla manovra. Le disattenzioni nel finale? È il momento in cui l’Inter raggiunge l’apice della sensazione di controllo, quindi smarrisce il senso del pericolo.Vedendo sé stessa produrre tuttequelleoccasioni, si convince di meritare la vittoria a tal punto da non proteggere più il pareggio.

"Il dato è significativo: zero “X”in 17 partite stagionali. L’Inter o vince o perde, e spesso i pareggi diventano sconfitte nei finali: quello del Metropolitano è il 27esimo gol subito nell’ultimo quarto d’ora negliultimi 15 mesi, e sono 5 i gol presi dopo il 75’ in questa stagione. E non c’entra il sistema di marcatura, anche perché a uomo l’Inter farebbe comunque fatica, avendo sempre quattro o cinque elementi in campo non particolarmente alti". 

Domenica c'è da affrontare il Pisa, ma poi ci sarà il Como e il Liverpool. "L'Inter dovrà darsi una sistemata in vista delle prossime partite contro le dirette concorrenti. Giocandole male o meno bene rispetto a quanto sta facendo", conclude Libero.