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L'Inter batte 1-0 l'Atalanta, ma nel finale si espone a qualche rischio di troppo. I nerazzurri dovevano spingere e chiudere la gara prima.
"Non era facile vincere a Bergamo con la pressione addosso, ma l’Inter ci è riuscita, ha risposto ai successi di Milan e Napoli e si è confermata capolista. Una prestazione da squadra matura, in governo di gioco e di nervi. Una partita risolta da Lautaro Martinez, e chi sennò? Sottolineato che i tre punti sono meritatissimi, precisato che l’Atalanta non ha mai tirato in porta, viene da chiedersi perché il risultato sia tanto striminzito, ci domandiamo perché l’Inter non abbia messo i sigilli con il 2-0, perché si sia ridotta a soffrire l’arrembaggio finale dell’Atalanta, con Samardzic a un passo dal gol al 90’. L’Inter di Chivu deve percorrere l’ultimo miglio, esercitare la forza fino in fondo, non tenere vivi gli avversari", analizza La Gazzetta dello Sport.
"A Marassi, contro il Genoa, aveva concesso ai rossoblù la rete della speranza per un 2-1 risicato. A Bergamo, come a Genova, Chivu ha affrontato gli ultimi 12 minuti con il 5-4-1 della resistenza e gli è andata bene, Samardzic si è divorato l’1-1. Non vogliamo gufare, però, prima o poi, capiterà di subirlo, questo benedetto pareggio. La strategia del “corto muso” è pericolosa, e la lasceremmo maneggiare agli specialisti. All’Atalanta va concessa l’attenuante dell’assenza di Lookman, l’uomo forte dell’attacco. Un’Atalanta pallida, controfigura della squadra che con Gasperini azzannava chiunque. Palladino, alla vigilia, aveva detto che i tabù sono fatti per essere abbattuti. Sarà per la prossima volta, settima sconfitta consecutiva dell’Atalanta in Serie A contro l’Inter. Altro che tabù, siamo alla maledizione", aggiunge il quotidiano.
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