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Inter si aggrappa alle vecchie basi del mestiere. Segnali più incoraggianti che preoccupanti

Inter si aggrappa alle vecchie basi del mestiere. Segnali più incoraggianti che preoccupanti - immagine 1
L'Inter domina con l'Udinese e va sul 2-0 poi si rilassa e soffre nel finale dove serve un super Sommer per allontanare i pericoli
Andrea Della Sala Redattore 

L'Inter domina con l'Udinese e va sul 2-0 poi si rilassa e soffre nel finale dove serve un super Sommer per allontanare i pericoli

"Il centravanti (di scorta) e il portiere. L’Inter si aggrappa alle vecchie basi del mestiere per respingere l’assalto dell’Udinese, che rientra pericolosamente in partita a metà ripresa: le parate di Sommer prima su Lucca e poi su Solet conservano i gol del primo tempo di Arnautovic e Frattesi, dando il senso di uno scampato pericolo e di un equilibrio scudetto, coi nerazzurri sempre avanti di tre punti a otto giornate dalla fine, ancora apertissimo e fragile. Ma i segnali generali dati dalla squadra di Inzaghi in realtà sembrano più incoraggianti rispetto ai brividi finali. E il viaggio senza confini dei nerazzurri può continuare senza troppi scossoni: prossima fermata il derby d’andata in semifinale di Coppa Italia, mercoledì in casa rossonera", analizza il Corriere della Sera.


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"Sovraeccitata ed effervescente per un’ora, poi svagata e un po’ smarrita, l’Inter sente evidentemente la primavera nell’aria, sente la responsabilità e l’adrenalina di essere in missione su tutti i fronti e sa che sognare non costa nulla e crederci può fare la differenza. La vittoria del Napoli sul Milan non cambia nulla in testa alla classifica. Ma l’Inter del primo tempo, pur senza Lautaro, Dumfries e Bastoni, con Barella in panchina, dimostra di avere un passo nuovo, un passo da fuga, che non è più quello della resistenza a oltranza, a volte faticosa a volte più brillante, esibito nel ciclo durissimo di febbraio e marzo: con la vittoria prima della sosta sull’Atalanta gli inzaghiani sono entrati in un’altra dimensione psicologica e anche atletica, perché durante la sosta si è ripreso Dimarco assente da un mese e ieri subito debordante, mentre Thuram e Mkhitaryan hanno rifiatato e sono saliti di livello, così come Calhanoglu, l’uomo chiave", aggiunge il quotidiano.