Tutti sono consapevoli di quanto sia spremuta parte della compagnia e di quanto siano giù di gamba e testa alcuni degli attori principali in commedia. Calha, ad esempio, ha bisogno di trovare ritmo e fiducia dopo l’infortunio e, non bastasse, l’età sembra essere arrivata a bussare alla porta, un tempo blindata, di Henrikh Mkhitaryan. In una circostanza come questa, a parlare alla squadra non poteva che essere il comandante, ferito ma lucido nel dopo-partita in cui ha voluto fare da ombrello e prendersi l’intera responsabilità della disfatta.
"Con tono fermo e senza increspature rabbiose, Simone Inzaghi ha iniziato l’opera di rimotivazione della squadra alla luce della battaglia campale contro il Napoli. Molto probabilmente, servirà l’impresa al Maradona a inizio marzo per riequilibrare la bilancia, ma prima bisognerà restare ben aggrappati alle spalle del rivale. Il tecnico nerazzurro ha chiesto alla squadra di resettare i cattivi pensieri dopo la sconfitta, di superare il malumore inevitabile e di concentrarsi sulla qualità collettiva. Già in passato il gruppo di Inzaghi è uscito di forza dall’angolo in cui si era cacciato da solo e questa volta non dovrà farà eccezione. Non serve ammantarsi di scuse, inutile lamentarsi della solita stanchezza (che pure esiste), solo col lavoro si riprenderà il cammino. E poi il destino fa un favore nel rimettere lungo il cammino un ostacolo di colore viola. Lunedì si rivede la Fiorentina, ma sarà a San Siro e nella versione allargata dal mercato. In ogni caso, contro Palladino l’occasione di pronta rivincita, anche per dimostrare come al Franchi sia stata solo una serata storta, una di quelle che capitano in una lunga traversata. Insomma, l’Inter può dare un messaggio al campionato, ma pure a se stessa: in casa nerazzurra tutti sanno di avere una macchina di cilindrata superiore alle altre, Napoli compreso", aggiunge il quotidiano.
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