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Kairat già a Milano dopo 8 ore di volo. Viaggio lungo e 4 ore di fuso da smaltire

Andrea Della Sala Redattore 
La squadra del Kairat è già arrivata a Milano e ora dovrà smaltire in fretta volo e fuso orario. Viaggio durato circa 8 ore

Domani sera l'Inter affronterà i kazaki del Kairat, alla loro prima edizione della Champions League. La squadra è già arrivata a Milano e ora dovrà smaltire in fretta volo e fuso orario.

"La lunga trasvolata da Oriente a Occidente, dal lontano Kazakistan all’Italia, è finita ieri pomeriggio. Il Kairat Almaty, avversario interista nel quarto turno di Champions League, è arrivato a Malpensa con due giorni di anticipo dopo un volo di otto, infinite ore. I giocatori del club kazako esultarono come bambini davanti al regalo di Natale quando il sorteggio del maxi-girone della Coppa offriva la possibilità di vedere la maestà di San Siro, ma adesso devono adattarsi in fretta alla nuova realtà. Serve più tempo del solito per smaltire un viaggio così e assorbire il fuso orario, visto che tra le due città, Milano e Almaty, c’è una differenza di ben quattro ore. Oggi alle 19 i kazaki si alleneranno, comunque, al Meazza dopo che in patria hanno fatto il loro dovere: hanno appena vinto il campionato e la curiosità è che sono già ufficialmente qualificati alla prossima Champions, partendo ovviamente dai preliminari, pur essendo ancora in corsa in questa. Che sia un evento storico, lo dice anche dal seguito di tifosi: nel settore ospiti attesi 1600 kazaki, molti residenti in Italia, mentre in totale a San Siro ci saranno 66mila spettatori o giù di lì", riporta La Gazzetta dello Sport.

"Almaty si trova a un passo dai confini con la Cina, classico ponte tra Asia e Europa lì ai piedi del monte Tien Shan. La città è crocevia di gas, affari e nuove ricchezze post-sovietiche, ma pure mele: la varietà della polpa rossa è prelibata. La squadra, però, si è guadagnata i nuovi timbri sul passaporto uno a uno, scalando fino a San Siro e sbalordendo dai primi turni di questa coppa a metà luglio. In casa col Pafos ha pure trovato un pari, vissuto come festa nazionale, e pazienza se tutta la partita era stata giocata in 11 contro 10. Del resto, il nome “Kairat” in kazako richiama forza, energia, volontà: servono tutte in dosi massicce per abituarsi a trasferte gigantesche. In confronto agli oltre 6500 per arrivare a Lisbona, i 5200 km di trasferimento verso Milano sembrano una gita scolastica. In panchina governa Rafael Urazbakhtin, ex attaccante della nazionale kazaka, promosso alla prima squadra nel 2024 e confermato per questa stagione di gloria europea: propugna linee compatte, transizioni rapide e pragmatismo che arriva dalla vecchia scuola sovietica. In campo, occhio a Dastan Satpaev, una specie di Camarda kazako: classe 2008, esploso a soli 16 anni e già opzionato dal Chelsea. Lui, probabilmente, a San Siro tornerà altre volte", aggiunge il quotidiano.