Gol e non solo
—Lautaro e i suoi compagni venivano da una sconfitta che aveva fatto malissimo. E il primo tempo senza tiri in porta col Genoa (solo uno suo che finisce al lato) non sembrava dimostrare una reazione alla batosta di Torino. Ma nel secondo tempo "Lautaro cerca di essere il centro di gravità per attrarre a sé Taremi. Senza Thuram, a lui tocca fare il doppio del lavoro sporco, correndo qui e là, cercando di recuperare palloni e subire falli per lasciare respirare i propri compagni di squadra".
Insomma, a Lautaro è toccato il gol. Ma non solo quello: "Il problema è che i particolari per cui si giudica un attaccante sono i gol, quelli utili per togliere le castagne dal fuoco. Al novantesimo ci sarebbero altre due opportunità, la prima gettata con uno stop lezioso, probabilmente dovuto alla stanchezza agli sgoccioli di una prestazione di cuore. Poca lucidità che si ripete qualche minuto più tardi, quando la sgasata porta a un duello rusticano con Leali, finito a favore del portiere ligure. Trionfatore in battaglia ma non in guerra, quello è l’argentino", scrive il Corriere dello Sport dell'attaccante nerazzurro.
(Fonte: Corriere dello Sport)
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