A decidere la gara di Pisa ci ha pensato, neanche a dirlo, Lautaro Martinez. Appena le critiche per la sua assenza di gol iniziano a moltiplicarlo, immancabile arriva la sua forte risposta. "Stavolta bisogna partire dalla corsa, dall’urlo, dal salto. Insomma, dall’emozione. Se avesse incrociato un’asta, sulla strada verso lo spicchio dei tifosi interisti, invece di arrampicarsi sul muretto si sarebbe lanciato tra la gente con la destrezza di Duplantis. Ma siccome il suo lavoro è fare i gol, si è accontentato di sfruttare i ferri del mestiere. La sensazione in tempo reale è stata netta. A un certo punto Lautaro Martinez ha deciso che fosse giusto cambiare il senso di una brutta partita. Povero Gilardino, che è stato un grande centravanti. Stava quasi immaginando il pareggio, il settimo risultato buono di fila per il suo orgoglioso Pisa, quando ha osservato quella sassata di sinistro, così forte e secca da rimbalzare nella rete e tornare in campo baldanzosa", scrive La Gazzetta dello Sport.

news
Inter, Lautaro spazza via tutte le nubi. Cambio? Stavolta Chivu lo richiama per un altro motivo
GOL
—"Merito anche di Pio Esposito, che era appena arrivato al banchetto e non voleva presentarsi a mani vuote: la palla rubata a Aebischer e l’assist valgono mezzo gol. Ma il resto lo ha fatto lui, sbrigativo e preciso, che per festeggiare la sua presenza numero 250 in Serie A ha anche piazzato la doppietta che è servita a depotenziare l’appassionata spinta dell’Arena. Sul 2-0 ha uncinato, da vero pirata dell’area di rigore, il cross teso di Nicolò Barella. Le nubi dell’autunno vengono così spazzate via, per Lautaro e per l’Inter, come è normale che sia. I destini dell’uno orientano per forza, in un rapporto di causa effetto, i successi dell’altra".
CAMBIO
—"C’è stata anche la solita sostituzione, la terza in otto giorni. Ma questa ha un significato molto diverso dalle altre. A Pisa, Chivu lo ha richiamato per concedergli l’abbraccio del suo popolo. Non per gestione, che peraltro era stata determinata da un problema influenzale emerso a 48 ore dal derby. In questo caso Lautaro non è uscito con il muso, o meglio ha sempre mantenuto quell’espressione corrucciata che identifica il suo personaggio pubblico, ma ha infilato la giacca a vento per poi lasciarsi coccolare sia dall’allenatore che dal vice Kolarov. Il nuovo capocannoniere della Serie A aveva bisogno di amore e riconoscenza, dopo le notti gelate della scorsa settimana. Ha raggiunto quota 163 nell’Inter, staccando Sandro Mazzola e issandosi sul quarto gradino della scala dei realizzatori di sempre: il podio, occupato da Roberto Boninsegna, è ora distante 8 reti. Lautaro non nega di essere attratto da questi continui confronti con la storia".
NUMERI
—"Intanto i gol stagionali sono già 10 in 16 partite da titolare: 6 in campionato e 4 in Champions. Gli è mancato il guizzo nelle difficoltà, quindi in uno scontro diretto, ma i numeri non mentono: lo scorso anno Lautaro, alla diciottesima stazione del sentiero, aveva prodotto il 40% in meno: 6 reti (5 più 1). Significa che la sua parabola è ascendente. E che si avvicina il momento di sdebitarsi con i compagni per la proficua collaborazione", chiude Gazzetta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA



