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Repubblica: “11 partite sono poche ma dicono già che l’Inter era ed è…”

Matteo Pifferi Redattore 
Settima vittoria nelle ultime otto partite di campionato per l'Inter, in un weekend in cui molti nell'alta classifica sono inciampati

L'Inter è tornata in vetta alla classifica - al pari della Roma - dopo la vittoria per 2-0 contro la Lazio a San Siro, ultimo match prima della sosta di novembre.

"La salita è ancora lunga. Undici partite su trentotto sono poche, ma dicono già più di qualcosa. Se l'Inter è arrivata lassù è grazie al buono che già c'era — il modulo, i campioni, molti schemi — più qualcosa che ha portato il nuovo allenatore, che un secondo dopo la rete del vantaggio già si sgolava per chiedere pressing alto. In altissimo è sembrato volere volare Lautaro, che ha festeggiato la rete allargando le braccia come il condor delle Ande che volteggia sui monti della provincia di Mendoza, da cui viene sua moglie Agustina e dove il capitano interista coltiva l'uva con cui produce il suo vino", racconta l'edizione odierna di Repubblica.

L'Inter non ha smesso di attaccare dopo il gol di Lautaro e ha trovato poi, all'ora di gioco, il raddoppio con Bonny, servito da Dimarco a sua volta lanciato in profondità dal capitano. "Il 2-0 contro la Lazio non ha la pienezza del 6-0 all'Olimpico all'andata l'anno scorso, ma è la settima vittoria nelle ultime otto partite di campionato, in un weekend in cui molti nell'alta classifica sono inciampati.

E aiuta Chivu a fare dimenticare ai suoi giocatori il 2-2 a San Siro contro Pedro e compagni a maggio, occhio del ciclone che ha inghiottito la squadra nerazzurra nel finale di stagione. L'autore della doppietta sei mesi fa, questa volta è entrato in campo dopo un'ora, ha fatto un tiro largo, poi ha innescato Gila che di testa ha preso la traversa. E così l'Inter va alla pausa delle nazionali in testa, e al rientro avrà il derby contro il Milan di Allegri, più forte e più bello di quello dello scorso anno. A Chivu serviranno tutti i suoi uomini. Lo sa lui e lo sa Lautaro, che ha salutato con un bacio sulla testa Frattesi, quando nel finale è stato finalmente messo in campo. Il compagno ha risposto sorridendo, lui che può", chiosa Repubblica.