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Vernazza: “Chivu, lato comunicativo ha già vinto. Ma prima o poi potrebbe vacillare…”

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Il giornalista, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha commentato le parole del tecnico dell'Inter dopo la sconfitta col Napoli
Andrea Della Sala Redattore 

Il giornalista Sebastiano Vernazza, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha commentato le parole del tecnico dell'Inter dopo la sconfitta col Napoli

"Nel dopo partita di Napoli-Inter, sono impazzate le discussioni sullo scontro a distanza tra Beppe Marotta e Antonio Conte. Il presidente dell’Inter si è lamentato con misura del rigore inesistente concesso al Napoli; l’allenatore dei campioni d’Italia ha risposto che un dirigente non dovrebbe intervenire, salvo dimenticarsi che in tempi non lontani lui stesso chiedeva che la società si esponesse, di fronte a certe presunte ingiustizie. Chiamatele, se volete, contraddizioni. Nel post Napoli-Inter, andrebbero sottolineate le parole differenti di Cristian Chivu. L’allenatore romeno può piacere o meno sul piano del gioco e delle idee, in quest’anno solare ha mosso i primi passi da tecnico di Serie A, tra Parma e Inter. Il suo è un calcio giovane, in evoluzione, però si nota un‘idea di fondo, il tentativo di essere aggressivi e produttivi, senza perdere la solidità, cosa che sabato al Maradona non è riuscita, altre volte sì: alti e bassi fisiologici. Nella comunicazione , però, Chivu è già vincente, perché fin qui non si è mai aggrappato alla cultura dell’alibi, non ha mai accampato scuse, accusato arbitri né offeso giocatori avversari. Il suo pensiero è sempre positivo e il linguaggio del corpo va di conseguenza. Chivu segue le partite in piedi, al limite della fascia laterale, e più di una volta lo abbiamo visto incoraggiare un giocatore rivale con una pacca amichevole, a superare gli steccati delle maglie, a sottolineare una fratellanza di fondo nel nome dello sport".


Vernazza: “Chivu, lato comunicativo ha già vinto. Ma prima o poi potrebbe vacillare…”- immagine 2

"Proprio ieri Chivu ha compiuto 45 anni, in potenza ha davanti a sé almeno un ventennio di pallone ad alto livello e può essere che il tempo ne guasti e avveleni le buone intenzioni. Non possiamo però impegnarci sul futuro, dobbiamo valutare l’oggi, e il presente dice che Chivu si distingue dalla stragrande maggioranza dei suoi colleghi, lagnoni e piagnoni, convinti che dietro ogni partita persa ci sia la colpa di qualcun altro, se non un complotto ordito da chissà quali forze oscure. Nel dopo Napoli-Inter, il messaggio di Chivu è stato degno di un manager inglese agli albori del football. Il discorso di Chivu è così riassumibile: parliamo di calcio, dei nostri difetti, delle cose da salvare e di quelle che avremmo voluto fare e che non abbiamo fatto, non buttiamola in confusione perché non serve a nulla, ripartiamo e basta, concentriamoci sulla prossima giornata. Parole rivoluzionarie, specie in Italia, la patria del lamento, il Paese in cui la vittoria ha tanti genitori e la sconfitta è sempre orfana".

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"Non siamo sicuri che la sportività di Chivu sia destinata a durare in eterno, lui assicura di sì, ma prima o poi anche Chivu potrebbe vacillare. E non siamo neppure certi che la correttezza paghi quanto la furbizia. Sui “mind games”, sulle provocazioni verbali e non, un allenatore come José Mourinho ha costruito una carriera. Chivu è stato allenato da Mou, è stato uno dei difensori dell’Inter del Triplete, ma dallo Speciale ha preso zero, quanto a magheggi. Non osiamo immaginare che cosa avrebbe detto e fatto Mourinho di fronte al rigore concesso sabato al Napoli. Chivu ha ignorato l’argomento. Ecco perché, più della polemica Marotta-Conte, ci preme sottolineare la contrapposizione comportamentale tra Conte e Chivu. Il primo, seppure vincitore, aveva dentro il veleno della lite indecorosa con Lautaro. Il secondo, seppure sconfitto, diffondeva una serenità da monaco di Tibet (Mourinho, citazione). Attenzione a non confondere i piani: all’esterno Chivu appare calmo e accogliente; all’interno, nello spogliatoio, dicono che sappia farsi rispettare. Resta un’ultima domanda: che cosa sarebbe successo a parti invertite? A quale post partita avremmo assistito se Mariani quel rigore lo avesse fischiato a favore dell’Inter? Temiamo che il Maradona si sarebbe trasformato in una valle di lacrime contiane".