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Vernazza: “Inter e Roma, ecco similitudini e differenze. Ed è singolare che Chivu…”

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"Inter-Roma è un testa a testa che pochi, per non dire nessuno, avrebbero pronosticato in estate. Non per l’Inter, ma per la Roma", dice Vernazza
Matteo Pifferi Redattore 

Sebastiano Vernazza, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, ha analizzato così la classifica momentanea della Serie A che vede Inter e Roma prime appaiate in classifica:

"Sei squadre in cinque punti, dai 19 della Juve ai 24 di Inter e Roma, passando per Bologna (21), Napoli e Milan (22). In undici giornate, la Serie A non ha espresso un padrone forte, ma un’ammucchiata difficile da sbrogliare. Tanti candidati per lo scudetto, però, se per assurdo il campionato fosse finito ieri, il titolo se lo sarebbero conteso le due leader attuali, Inter e Roma, allo spareggio. Inter-Roma è un testa a testa che pochi, per non dire nessuno, avrebbero pronosticato in estate. Non per l’Inter, ma per la Roma, alle prese con la rivoluzione copernicana dalla praticità di Claudio Ranieri alla spericolatezza di Gian Piero Gasperini.

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L’ex allenatore dell’Atalanta ha smentito quanti gli pronosticavano un ambientamento difficile nella giungla del pallone romano e romanista. Gasp si è preso Trigoria in poche settimane e lo ha fatto con una squadra più ereditata che costruita, si è arrangiato con quel che c’era e con quel poco che è arrivato, ha dimostrato spirito di adattamento. Lo sbarco di Cristian Chivu nella Milano nerazzurra è stato più agevole, un po’ perché il tecnico ex Parma ha goduto del Mondiale per Club in America, un’ottima palestra per portarsi avanti con la nuova realtà, e un po’ perché ha trovato una squadra già strutturata. Alcuni innesti non hanno funzionato, e ci riferiamo a Luis Henrique e a Diouf, altri hanno attecchito in fretta e bene, e parliamo di Bonny e Pio Esposito in attacco e di Akanji in difesa.

Un anno fa, dietro Marcus Thuram e Lautaro c’erano Taremi, Arnautovic e Correa. Oggi, alle spalle dei titolari, si muovono due ragazzi che vedono la porta, Bonny più di Esposito al momento, e la “permuta” Akanji-Pavard ha alzato il livello della difesa. Il cambio di allenatore porta con sé difficoltà fisiologiche, Inter e Roma hanno fin qui dimostrato che si può sostituire il timoniere senza perdere la rotta.

Inter e Roma sono unite da un dato: non hanno mai pareggiato e non è un dettaglio da poco, ormai il pari è una mezza sconfitta. Otto vittorie e tre scivoloni ciascuno. L’Inter ha perso contro Udinese, Juve e Napoli; la Roma contro Torino, Inter e Milan. Lo scontro diretto ha detto Inter e la cosa ha il suo peso più per la prestazione che per il risultato: quel giorno all’Olimpico la squadra di Chivu ha mostrato una migliore impugnatura della partita. È singolare che l’Inter sia prima per gol segnati (26) e che la Roma prevalga su tutti per minor numero di gol subiti, appena 5. L’Inter ha segnato più del doppio delle reti della Roma, 26 a 12, e la Roma ha preso meno della metà dei gol dell’Inter, 5 contro 12. Nelle previsioni, ci si aspettava il contrario, un’Inter più munita, in forza della solidità mostrata da Chivu nel Parma, e una Roma più fertile, in virtù della spregiudicatezza gasperiniana.

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Sono però opposti che si toccano, l’elemento comune è l’aggressività. Chivu ha riorientato l’Inter verso l’alto, l’ha resa più diretta e verticale. Gasperini non alza barricate, vuole che la Roma si difenda in avanti. Oggi è premiante il valore dell’immediatezza, nel senso dell’andare dritti al punto, senza eccessi di palleggi all’indietro o in orizzontale. È una strada che Gasperini percorre da anni. L’Inter no, l’Inter viene dalle stagioni di Simone Inzaghi, da una grammatica che prevedeva un possesso palla di qualità, a tratti barocco. Chivu non lo ha dismesso, l’Inter primeggia per possesso con il 60,1 per cento di media, davanti al Como (59,9) e alla stessa Roma (59,3), ma l’ha sgrassato e velocizzato, Chivu vuole che la circolazione sia meno rotonda e più profonda. Gasperini idem. Inter e Roma sono mosse dall’idea che la partita e l’avversario vadano presa a morsi. Una visione di gioco europea, non per caso l’Inter è prima anche in Champions . La Roma in Europa League fatica, è 18ª, ma riemerge un particolare interessante: neppure nelle coppe Inter e Roma hanno mai pareggiato, segno che non si accontentano, che cercano sempre di vincere e che si accollano i rischi conseguenti".