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Vocalelli: “Campionato delle star, Chivu unica anomalia. Debuttante coi grandi vincenti”

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Delle chance scudetto dell'Inter e del difficile lavoro che dovrà svolgere Chivu alla guida dei nerazzurri ha parlato il giornalista
Andrea Della Sala Redattore 

Delle chance scudetto dell'Inter e del difficile lavoro che dovrà svolgere Chivu alla guida dei nerazzurri ha parlato il giornalista Alessandro Vocalelli sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:

In fondo, possiamo dirlo, all’appello mancava solo Spalletti. Perché questo è davvero il campionato degli allenatori che — Simone Inzaghi a parte — hanno vinto in Italia negli ultimi quindici anni. Già, perché nel 2010-2011 era toccato ad Allegri, con il Milan, conquistare il suo primo titolo, per poi metterne insieme altri cinque alla guida della Juventus. Un cammino pieno di soddisfazioni, come quello di Conte che dopo il tris in bianconero è andato a vincere con Inter e Napoli. Senza contare, dicevamo, proprio Spalletti, che a Napoli ha restituito una gioia che mancava dai tempi di Maradona. In questo ambito, tra i vincenti di questi quindici anni, bisogna poi annoverare Gasperini che ha regalato al nostro movimento l’ultimo trofeo internazionale. Una grande impresa in Europa League.

Vocalelli: “Campionato delle star, Chivu unica anomalia. Debuttante coi grandi vincenti”- immagine 2

In tutto questo l’unica, autentica, anomalia, è rappresentata da Chivu , che si è inserito — senza la stessa esperienza e lo stesso curriculum — in un circolo quasi esclusivo. Con un compito, tra l’altro, particolarmente impegnativo. Rimotivare un gruppo che, da un punto di vista mentale, era uscito malissimo dall’ultima stagione, con tre obiettivi sfumati nell’ultimo mese.

E le conseguenti polemiche che hanno finito per interessare anche alcuni tra i calciatori più rappresentativi. E poi — sul lavoro consolidato da Inzaghi — bisognava portare qualcosa di nuovo, di molto diverso. Per migliorare la squadra, il gioco, e — anche se nessuno lo confesserà mai apertamente — anche per “incuriosire” il gruppo. Perché non c’è nulla di più sbagliato che lasciare tutto immutato: e se non puoi o non è il caso di rivoluzionare l’organico, è indispensabile toccare le corde giuste. Rimettendo il discussione la tattica, lo spirito e in qualche modo anche le gerarchie. Ed è con questo atteggiamento, assolutamente condivisibile, che Chivu si è messo all’opera — da debuttante — per provare a battere Conte, Allegri, Spalletti e Gasperini.

Chivu Inter

Certo è che vincere il campionato alla prima esperienza da allenatore “titolare” — tanto più contro avversari così agguerriti e qualificati — non è un compito facile. Ma Chivu, che ha già dimostrato di avere idee, qualità e buon senso, può anche contare su precedenti illustri. Non mancano infatti storie di esordi immediatamente vincenti. Successe proprio all’Inter 55 anni fa — nel 1970-71 — quando un tecnico debuttante mise in fila tutti i migliori di allora. Piloti — da Vycpalek a Rocco, da Chiappella ad Helenio Herrera — che avevano già dimostrato sul campo le loro qualità. Ci riuscì infatti un giovane allenatore che, proprio come Chivu, aveva transitato nella Primavera nerazzurra e fu chiamato a sostituire Heriberto Herrera: il trentanovenne Giovanni Invernizzi, che sbaragliò una concorrenza titolatissima e si laureò campione d’Italia. Reintegrando gente come Bedin, Jair e Corso — che erano stati messi fuori squadra da Herrera — e facendo anche esordire un ragazzo di 18 anni che poi divenne campione del mondo: Lele Oriali. Anche lui — al fianco di Conte — ora avversario. Perché il calcio è davvero un romanzo, con mille storie che si intrecciano.