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Tudor: “Juve era in un buco nero. Ombra Conte? Non mi sento inferiore a nessuno”

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L'allenatore della Juventus ha parlato prima della sfida contro l'Udinese di domenica sera e si è soffermato sul momento dei bianconeri
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Igor Tudor, due giorni prima rispetto alla gara contro l'Udinese che si giocherà come la maggior parte di tutte le altre sfide della 37esima giornata di Serie A, ha parlato in conferenza stampa e si è soffermato sul lavoro fatto in queste settimane sulla panchina bianconera:

«Valore aggiunto che ho aggiunto a questa squadra? È difficile giudicare il proprio operato, meglio commentino altri. Ma per me si è fatto un buon lavoro: in questi 40 giorni abbiamo avuto tante problematiche, giusto dirlo, anche legate alle infortuni, non abbiamo avuto dei giocatori per tante partite, non sono cose banali. Nel complesso abbiamo fatto cose buone. Negli scontri diretti abbiamo fatto bene, ho sempre avuto dopo tutte le gare una sensazione buona su quanto dato dalla squadra sul campo», ha detto.


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«Poi chiaro che bisogna sempre essere esigenti e che la Juve deve andare ovunque a vincere. Sono il primo dispiaciuto. Ma la sensazione è che la squadra ha dato tutto quello che poteva viste le problematiche. La squadra quando sono arrivato era in un buco profondo. Ora la squadra è consapevole, la vedo più viva e battagliera che ha anche mostrato un gioco di ottimo livello. E vorrei giocare calcio champagne per 90 minuti, ma al momento non si può fare. Bisogna capire i momenti della stagione e delle gare, cosa la squadra in quei momenti può fare, la sensazione che ho è che abbiamo dato il massimo in tutte queste gare e faccio i complimenti ai miei ragazzi», ha spiegato ancora.

Allenatore psicologo

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Quando poi gli hanno chiesto del lavoro a livello mentale: «Allenatore è sempre uno psicologo, deve avere approcci diversi, sapere quando parlare e di cosa. E ogni gara la prepara in modo diverso. Si guarda chi hai davanti. Se hai davanti Bonucci, Buffon, Chiellini gli parli in un modo. Quando c'è una squadra diversa gli parli in un modo diverso e questi modi devono far parte del bagaglio di un allenatore». 

Inferiore a nessuno

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"Si sente di meritare la conferma e come vivo l'ombra di Conte, è uno stimolo?", hanno chiesto in conferenza al tecnico bianconero e lui ha replicato: «Rispondo che vivo giornata per giornata, godo, soffro. Non penso a quel futuro, penso alla partita. Mi metto nei panni dei giocatori, sento la loro voglia di fare, mi nutro di questo in questa vita da allenatore che tante volte è sofferta. Poi se mi chiede se mi sento inferiore a qualcuno le dico di no, non mi sento inferiore a nessuno». 

(Fonte: Juventus.com)