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Calvarese: “Rocchi non può parlare così. Audio Inter-Verona? VAR non dice nulla su…”

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Così l'ex arbitro: "Gli arbitri che sono arrivati in Serie A sono forse i migliori d’Europa ma hanno bisogno di migliorare lavorando sugli episodi passati"
Marco Astori Redattore 

Tra le pagine dell'edizione odierna di Tuttosport, Gianpaolo Calvarese, ex arbitro, è tornato così sulle parole di Gianluca Rocchi di ieri: "Quando facevo l’arbitro ho sempre nutrito il desiderio di dire la mia, di esprimermi, di parlare. Ho sempre sofferto che la nostra categoria fosse l’unica a non poter reagire a certe provocazioni. Solo oggi, dopo anni, ho capito che non tutti gli arbitri sono pronti a rispondere nel dopo-gara. Mi spiego meglio. Io credo che Gianluca Rocchi esprima dei concetti comunque legittimi, ma non ci dobbiamo dimenticare che l’arbitro è un giudice terzo, e pertanto non deve assolutamente permeare certi ambiti. Alcuni esempi: “se sbagliamo una cosa un minuto prima, un minuto dopo ti concediamo un rigore che sbagli tu, non io”, inoltre “il “rigore lo sbaglian loro, non l’ho sbagliato io, non l’hanno sbagliato Fabbri, ne tantomeno Nasca”; ancora “non so se avete visto il derby, io sì, ditemi se quello è uno spettacolo decente”.

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Queste considerazioni sono di natura personale, che trascendono il giudizio di terzietá. Un arbitro non è un calciatore o un dirigente, che spesso si lascia andare a giudizi “umorali” e per questo vengono, talvolta, sanzionati. Mi schiero dalla parte del responsabile CAN quando dice che quelli commessi dagli arbitri sono “semplici errori”. Giusto quindi contestare la dietrologia, il sospetto di chi insinua che dietro al cambio di designazione di Inter-Verona ci fosse qualcosa di poco limpido. Un altro motivo di disappunto da ex collega, è sentir dire che gli arbitri sono scarsi: come in tutte le squadre, quello che va bene e va male va condiviso con il vertice della piramide. Io che conosco molto bene Rocchi, che da arbitro è stato fortissimo, capace di prendere decisioni giuste “usando la propria pancia”, avendo potuto contare anche su Collina, Rosetti e Rizzoli come maestri, penso che un buon condottiero deve essere oltre che un grande motivatore, un sopraffino insegnante di tecnica.


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La domanda è: oggi gli arbitri in Italia sono diventati tutti scarsi? Ovvio che no, ma devono migliorare a livello tecnico. Ed è qui che il responsabile della CAN e la sua Commisione devono dare una linea uniforme legata spesso a dettagli non trascurabili. E se posso, con molta umiltà, avanzare una critica a questa gestione, è che si sta lavorando tanto sul target delle proteste (ed è giusto) ma bisognerebbe concentrarsi di più sulla tecnica, requisito che sembra mancare in molti dei suoi arbitri, che non possono essere diventati scarsi come per magia. Se consideriamo gli errori, si percepisce che alcuni sono davvero grossolani. Non parliamo di casi-limite come Pulisic in Genoa-Milan, ma di circostanze nelle quali è mancato davvero un approccio tecnico all’episodio. A Coverciano, ieri, abbiamo sentito gli audio di Nasca sulla carica irregolare di Bastoni a Duda: il VAR non dice nulla su quello che è successo prima del fallo, il corpo a corpo tra i due in area di rigore.

Manca quindi una lettura tecnica, focalizzata sui dettagli. Gli arbitri che sono arrivati in Serie A sono forse i migliori d’Europa ma hanno bisogno di migliorare lavorando sugli episodi passati per cercare di essere più uniformi. Infine il numero di errori. Rocchi ne ha ammessi otto in questo inizio di stagione, Ma certificare il numero degli errori mi sembra un computo metrico giornalistico che nulla ha a che vedere con la casistica arbitrale che dovrebbe far parte di un processo culturale calcistico ben iniziato con open var. Anche perché, tralasciando la Coppa Italia, dove ci sono stati anche errori molto gravi (tecnici e di protocollo) nel computo dell’AIA mancano comunque errori dichiarati dallo stesso designatore come ad esempio Milan-Torino (un fallo di mano non da rigore) ed altre decisioni non esatte ma non evidenziate perché senza strascichi polemici come ad esempio l’Intervento del VAR in Napoli Lazio (gol annullato per fuorigioco) quando invece per l’AIA era da silent check".

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