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Cottarelli: “InterSpac? Progetto a lungo termine, stiamo lavorando: a giugno pubblicheremo…”

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Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Carlo Cottarelli è tornato a parlare di InterSpac

Matteo Pifferi

Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Carlo Cottarelli è tornato a parlare di InterSpac.

Carlo Cottarelli, quest’esclusione avrà effetti pesantissimi come molti temono?

«È chiaro che ci saranno perdite di diversi milioni per la Federazione dovuti alla mancata partecipazione e alle sponsorizzazioni che necessariamente salteranno. Però abbiamo vinto l’Europeo otto mesi fa: come non bisognava esaltarsi troppo allora, non dobbiamo deprimerci troppo adesso. Il trionfo di Wembley resta nella storia e può essere comunque un buon traino a livello di immagine anche dopo questa batosta. Sinceramente non credo che gli sponsor nel lungo periodo saranno meno interessati al calcio italiano».

Si riferisce anche ai club?

«Soprattutto. Sono convinto che quest’eliminazione non farà perdere alla Serie A il suo appeal, visto pure che è piena di giocatori stranieri».

Da dove si può ripartire?

«Il calcio italiano è un settore che ha bisogno di un ripensamento strategico, a partire dagli stadi che sono piuttosto antiquati e che non consentono di guadagnare quanto questo sport e questo paese meriterebbero, non sono posti in cui le famiglie vanno molto volentieri. Poi non posso non parlare dell’azionariato popolare, che continuo a pensare sia una cosa buona: c’è evidenza che iniziative simili possano aiutare a stringere il legame tra tifosi e club aumentando quindi le entrate».

E per quanto riguarda la Nazionale?

«Qui c’è un altro problema: l’Italia sta accusando un pesantissimo calo demografico rispetto agli altri paesi, di conseguenza se 30-40 anni fa arrivavano sul mercato calcistico maschile 500 mila nuovi giovani, adesso siamo sui 200-250 mila. In pratica la probabilità di trovare un campione si è dimezzata. Certo, non è un problema che si possa risolvere facilmente, anzi, quindi per limitare i danni è comunque opportuno investire nei giovani e nell’impiantistica, in modo da agevolare il più possibile l’accesso al calcio e allo sport in generale».

Con l’Italia fuori dal Mondiale si rischiano anche perdite per il Paese, tra ristorazione, scommesse, media e viaggi.

«Vediamo il lato positivo di questa vicenda: è vero che i tifosi non si raduneranno nelle piazze per la partita, ma è vero pure che questo Mondiale si farà a dicembre e quindi sarebbe stato comunque diverso da questo punto di vista...».

Non possiamo non farle una domanda su Insterspac: a che punto siamo?

«È un progetto a lungo termine in cui crediamo e su cui continuiamo a lavorare internamente. L’estate prossima rifaremo il punto, probabilmente pubblicando anche la stima di quanto si potrebbe guadagnare grazie all’azionariato popolare».

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