Marco Materazzi, in visita in Australia per aiutare il progetto della Genova International School of Soccer a Sydney e Melbourne, in un'intervista rilasciata a KEEPUP ha ripercorso alcune tappe della sua carriera e parlato del rapporto con José Mourinho: "Quando è uscito dal Bernabeu abbiamo pianto perchè gli ho detto "hei, amico mio, mi hai lasciato con quell'allenatore' perché sapevo che dopo di lui sarebba arrivato uno che andava bene per noi. Benitez? Penso che se fosse rimasto con noi per un altro anno o due avremmo potuto vincere tutto. Magari non la Champions League, ma lo scudetto sì. Avevamo una squadra molto buona, con giocatori molto forti. Meritavamo di vincere anche nel 2011, ma i primi 6 mesi furono molto brutti. A gennaio avevamo 19 punti in meno del Milan. Poi siamo arrivati al derby con un punto in meno. Se avessimo vinto quel derby, forse avremmo conquistato il titolo. Non è andata bene ma forse, se Mourinho fosse rimasto con noi, avremmo vinto facilmente il campionato. È la vita. Rispettiamo la sua decisione. Poi è andato al Real Madrid, uno dei migliori club del mondo. Questo è il calcio".
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L'ex difensore nerazzurro ha ripercorso alcune tappe della sua carriera e parlato del suo rapporto con il tecnico portoghese
"Quando Mourinho se ne andò arrivò un nuovo allenatore, Benitez, e non mi piaceva. Abbiamo vinto il triplete con Mourinho. Quando è arrivato avevamo già vinto tanti titoli, ma il nostro obiettivo era la Champions League. Era il mio obiettivo, il suo obiettivo, i nostri obiettivi. In quella squadra c'erano giocatori come me, Cordoba, Zanetti e Toldo, eravamo lì dal 2001, cercando di migliorare passo dopo passo anno dopo anno, per cercare di vincere il triplete. Poi l'abbiamo fatto nel 2009. È stato fantastico per me e per tutti".
"Ho vinto la Coppa del Mondo nel 2006. Ho iniziato a vincere trofei ma a 33 anni. Poi finire con la Champions League per me è stato il massimo perché volevo il meglio sia con la nazionale che con il club. Per me è stato fantastico. Mourinho ha cambiato la nostra mentalità. L'Inter è una famiglia, lo era prima del suo arrivo e lo è rimasta dopo la sua partenza. Ha cambiato i nostri metodi di allenamento perché prima di Mourinho, in Italia, normalmente la routine era correre, e poi giocare con la palla. Con lui giochiamo solo con la palla. Ogni allenamento non prevedeva corsa. Correvamo con la palla. Era una novità per l'Italia. Ha cambiato totalmente la nostra mentalità e quella dell'Italia. Ora molte squadre lo fanno. Prima, nessuna squadra. Per noi è stato fantastico. Immagina se non giochi domenica e il giorno dopo ti alleni e corri, corri, corri. Diventeresti pazzo. Con lui corri con la palla. È stato fantastico. Ha creato empatia con tutti".
"In ogni partita ho dato il massimo, non al 100%, ma al 200%. La gente l'ha visto e può giudicarmi. Dopo il 2001, quando sono arrivato a Milano, abbiamo perso un titolo nel 2002. Per noi è stato molto brutto. Ma normalmente quando perdi, le persone sono arrabbiate con te e con i giocatori. Quel momento è stato molto bello perché ha creato una famiglia da cui partire, passo dopo passo, per provare ad avere la possibilità di vincere ancora. Abbiamo vinto la Coppa Italia nel 2004-05, quello per me è stato il primo titolo all'Inter. Dopo di che abbiamo vinto cinque scudetti di fila e quattro Coppe Italia. Poi Mondiali e Triplete. Forse abbiamo inizato a vincere proprio dopo il 2002, quando abbiamo perso quel titolo. Eravamo a Roma con 60.000 nostri tifosi. Tutti hanno pianto, anche io, ma in quel momento abbiamo cercato di avere una nuova possibilità e ci siamo riusciti".
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