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Recoba: “Stupido ad andare via dall’Inter. Con Mancini litigavo sempre. Politano è quello che…”

Gianni Pampinella

Le dichiarazioni dell'ex nerazzurro

Alvaro Recoba è stato l'ospite della diretta Instagram organizzata dal giornalista Giammarco Menga. L'ex nerazzurro ha risposto così alle curiosità e alle domande dei follower e del giornalista.

L'emergenza coronavirus

"Prima di tutto so bene qual è la situazione in Italia, ho degli amici lì e li sento quasi tutti i giorni. Sicuramente in Italia la situazione è molto difficile, in Uruguay si sta facendo un po' di fatica a fare capire alla gente la situazione a livello mondiale. Qua pensiamo che tanto siamo lontani e invece è arrivata anche qua. Mi dispiace che la gente non riesca a capire i sacrifici che fanno i medici e gli infermieri".

Il gol contro il Brescia?

"Quando ho iniziato a giocare, avevo 4 anni, l'immaginazione non ti porta così lontano. Quando fai un esordio nell'Inter davanti a 80 mila persone, quando vedo queste immagini penso che sono stato fortunato a vivere quei momenti. Quel gol mi ha portato una felicità enorme. Non avrei mai potuto immaginare di poter giocare in uno stadio così bello".

Se potevi fare di più?

"Sono felice di quello che ho fatto, non mi pento di niente, forse quello era il mio limite. Nella mia vita ogni momento che vivevo, lo vivevo a modo mio, credevo che era la cosa migliore. Ho fatto quello che potevo, forse potevo fare di più, chi lo sa. Sono stato uno scemo perché ho deciso di andare via dall'Inter in un momento in cui non dovevo andare. L'Inter ha fatto il Triplete e sono stato felicissimo, sono stato scemo ad andare via quando potevo stare. Con Mancini non ci trovavamo più, non volevo litigare più. Mi pento perché potevo essere parte di quello, ma va bene. Il discorso del passaporto, io di quello non sono pentito perché i fatti sono andati come sono andati, ho detto quello che sapevo e la verità, ho detto sempre la verità. Lì non mi devo pentire di quello, pensavo di fare le cose per bene e invece non era così. Uno non può pentirsi ogni due minuti di ogni cosa che fa".

Il tuo rapporto con Moratti?

"Ho avuto questo rapporto con lui perché era una persona perbene e lo ha visto anche in me. Si è creato un rapporto bello, però io non lo chiamavo ogni tre minuti. Oggi, quando vengo in Italia, se sa che sono a Milano lui mi chiama e lo vado a trovare. L'ultima volta l'ho visto a novembre. Dopo Bayern-Inter, gli ho mandato un messaggio facendogli i complimenti per tutto quello che aveva dato alla squadra e mi rispose dopo 10-15 minuti. Gli ho detto che ero felicissimo come lui se non di più".

Un commento su Ronaldo il Fenomeno?

"È stato il miglior compagno che ho avuto. L'unica cosa che mi è dispiaciuta è che è andato al Milan, però ognuno fa quello che gli pare. È stato il migliore con il quale ho giocato. Il miglior giocatore che ho visto fino ad adesso è Messi. Adesso Messi insieme a Cristiano hanno fatto un'epoca, tra qualche anno, quando smetteranno di giocare, ci saranno 4 che sono stati i più forti: Pelé, Maradona, Messi e Cristiano. Un gradino sotto Ronaldo, Ronaldinho".

Il rapporto con Zanetti?

"Grandissimo rapporto. Quando lui giocava era un professionista, poi fuori continua a essere un professionista in tutto quello che fa. Giusto che sia ancora all'Inter, se lui volesse potrebbe continuare a giocare ancora adesso!".

Ricordo più bello del tuo periodo a Venezia?

"In quei sei mesi a Venezia mi sono trovato così bene e protetto. Dopo la prima partita, era il primo tempo contro l'Empoli, io mi sono chiesto cosa sono venuto a fare. Poi nel secondo tempo abbiamo fatto una gara spettacolare e abbiamo vinto 3-2. Ci siamo salvati alla penultima giornata contro l'Inter".

Inter-Sampdoria 3-2

"Ero incazzato, non stavo giocando. Mi ricordo che quando sono entrato dopo due minuti hanno fatto il 2-0. Poi abbiamo iniziato ad avere occasioni finché Martins accorcia le distanze. Dopo il gol di Bobo corriamo tutti a centrocampo per ripartire subito. Sulla giocata del 3-2 in area eravamo 7-8 giocatori. Se non facciamo il 3-2 dove eravamo tutti davanti, prendevamo gol".

Lautaro-Lukaku?

"Secondo me l'Inter doveva fare tutto perfetto per arrivare fino in fondo per come stava facendo. Non ha una rosa così profonda come qualità come ce l'ha la Juve. Quando ha avuto qualche problemino è rimasta indietro. Hai Lukaku e Lautaro, ma non ha altri due come loro. A me piaceva molto Politano, a volte puoi sbagliare 10 palloni, ma lui non si nascondeva. Lautaro mi piace tantissimo. In Vecino vedo soprattutto un amico e un ragazzo che ha fatto una strada bellissima. A novembre sono stato con lui e Godin".

Il giocatore che ti piace di più in Serie A?

"È Politano quello che mi piace di più. Mi piace anche Chiesa".

Il più forte attaccante mai affrontato?

"Shevchenko".

Ventola?

"Un bravissimo ragazzo, lo sento spesso. Ha avuto questi tanti infortuni gravi che lo hanno penalizzato anche se alla fine ha fatto una carriera spettacolare".

Il campionato può finire o no?

"Non me ne frega niente del calcio in questo momento, devo essere sincero. Se si gioca o meno non è importante in questo momento. Ogni giorno muoiono 700-800 persone, come fai a pensare al calcio? Speriamo che la situazione migliori al più presto".

Adriano?

"Lui adesso è tornato in Brasile e non l'ho più sentito. È un ragazzo molto sensibile, un gigante buono. Io l'ho avuto come compagno e le gambe più grandi che ho visto sono le sue. Non ho visto tanti giocatori calciare come faceva lui. Quando è morto suo papà, stavamo tornando in aeroporto dopo una trasferta a Bari. Mi auguro che lui abbia ritrovato la felicità".

Il gol più bello realizzato in carriera?

"Il gol più bello per quello che ha significato nella mia carriera, è un gol che ho fatto in un derby uruguaiano sei mesi prima di finire la carriera. Anche il gol con la Samp lo ricordo con piacere".

Cuper?

"Sembrava una persona dura, era una grande persona. Io mi sono trovato bene con quasi tutti gli allenatori, con Novellino, con Lippi, con Mancio, anche se litigavamo tutti i giorni. Lui continuava a dirmi che potevo giocare meglio e fare di più. Era un litigio che durava due minuti però. Io ormai non volevo più che le cose fossero così, però io ogni tanto lo sento, c'è un rapporto bello con lui. Comunque so che lui pensa lo stesso di me, voleva che facessi del mio meglio, forse io non capivo il suo modo di dirmi le cose".