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CorSera – San Siro, stop dibattito pubblico: non è permesso dalla legge sugli stadi

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La città si è divisa e non sarà facile arrivare a concretizzare il progetto sul nuovo impianto pensato da Inter e Milan

Eva A. Provenzano

I Verdi hanno chiesto il dibattito pubblico sulla costruzione del nuovo stadio, quello che fortissimamente vogliono costruire a Milano Milan e Inter."La delibera che doveva essere presentata e discussa domani verrà ritirata dall’ordine del giorno dell’aula. Il motivo? Mancherebbe il parere di legittimità, non lo permetterebbe la legge sugli stadi, la procedura scelta dai club per portare avanti il loro progetto", si legge sul Corriere della Sera.

Il capogruppo dei Verdi replica che nonostante il parere tecnico quello che serve è coinvolgere nel dibattito i cittadini. La polemica che divide la città si accende ancora di più: da una parte chi vuole il nuovo impianto e chi invece chiede a gran voce di recuperare e riqualificare il Meazza".

CorSera – San Siro, stop dibattito pubblico: non è permesso dalla legge sugli stadi- immagine 2

Era pronta la delibera per richiedere il dibattito pubblico sull'operazione dei due club. Ma a fermare il dibattito è "la divergenza tra il regolamento comunale sulla partecipazione popolare e il Dpcm sulle opere sottoposte a dibattito pubblico. Il regolamento comunale dice che si può applicare il dibattito pubblico su opere che superano i 5 milioni di euro ma fino al limite dei 300 milioni dove invece interviene il Dpcm. E siccome l’intervento sull’area di San Siro è di gran lunga superiore ai 300 milioni (si parlava di un investimento di 1,2 miliardi di euro prima dell’abbattimento delle volumetrie allo 0,35) il dibattito pubblico non potrebbe essere deciso dall’amministrazione comunale", si legge nello stesso articolo.

Monguzzi ha dichiarato: «Presenteremo delle soluzioni alternative ai tecnicismi, ma la sostanza è che in gioco c’è il diritto democratico di fare un dibattito pubblico. Noi siamo eletti dai cittadini per fare gli interessi dei cittadini. La tecnica viene dopo. Stiamo parlando del sacrosanto diritto dei cittadini di esser ascoltati. Non arretreremo di un millimetro».

(Fonte: Corriere della Sera)

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