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Stadio, Inter e Milan disposti a pagare ora il diritto di superficie. Meazza? Lo scenario

Le ultime sulla questione stadio

Marco Astori

Nelle ultime ore sono stati diversi gli sviluppi per quanto riguarda la questione del nuovo stadio di Milano. La Gazzetta dello Sport, nella sua edizione odierna, dà gli ultimi aggiornamenti: "Un altro passo avanti nella vicenda del nuovo stadio di Milano. Un altro tentativo di Inter e Milan di recuperare il tempo perduto e cominciare in fretta a dar forma ai progetti per rilanciare l’area di San Siro senza cancellare il Meazza. I club si sono detti pronti a pagare da subito i diritti di superficie, inizialmente congelati per più di trent’anni. Quanto, al momento è ancora da calcolare. Ma il passo avanti è economicamente molto importante per far quadrare i conti comunali dal momento in cui inizieranno i lavori per il nuovo impianto. Milan e Inter pagano al Comune 10 milioni di euro, 5 in denaro, 5 in manutenzione ordinaria. Quello prodotto con la riunione di ieri a Palazzo Marino è un ulteriore tentativo di avvicinarsi alle esigenze manifestate dal consiglio comunale, nettamente contrario all’abbattimento dell’impianto. Era stata chiesta la riqualificazione dell’area, un progetto che rendesse lo stadio-monumento aperto sempre. Dalla presentazione dei primi progetti dello studio Populous e del gruppo Cmr molte cose sono cambiate e l’ultima parola non è scritta. Inter e Milan hanno già dato prova di voler aggiustare il tiro per portare a termine un progetto considerato necessario al futuro delle due società.

Il Meazza

Dalla chiusura alla possibilità di riqualificare il vecchio stadio alle ultime proposte, con la conservazione di ampie parti dell’impianto e in sostanza l’abbattimento totale soltanto del terzo anello, quello che presentava condizioni critiche anche secondo il Politecnico di Milano e che ha un valore architettonico inferiore a quello del secondo anello e delle rampe elicoidali. Il sindaco Sala ha designato San Siro come sede della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali del 2026. Entro marzo è previsto il verdetto del Ministero dei Beni culturali. Che dovrà stabilire i vincoli sullo stadio inaugurato quasi un secolo fa (1926), stabilendo ciò che si può abbattere o meno. Decisione fondamentale per la forma decisiva dei piani presentati dai club. San Siro dovrà essere riqualificato, non abbattuto insomma, e questo era lo snodo della vicenda, la condizione posta dal sindaco Sala. I club hanno studiato con gli architetti in gara varie soluzioni per tenere in piedi il vecchio stadio cambiandogli pelle. L’idea è farne una cittadella per attività sportive non professionistiche: la riunione di ieri è servito a entrare nei dettagli e nei criteri di fattibilità economica di un progetto impensabile fino a poco tempo fa".

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