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STADIO, ECCO I PROGETTI DI MANICA E POPULOUS: DETTAGLI E FOTO

FcInter1908 racconterà in live la presentazione dei progetti del nuovo impianto

Marco Astori

Popoulos e Cmr Sportium: quali idee e quali progetti per il nuovo stadio e per riqualificare l'area di San Siro? E' questa la domanda che tutti si pongono e che oggi troverà risposta: al Politecnico di Milano, infatti, verranno presentati i due rendering per la costruzione del nuovo impianto di Milano che ospiterà Inter e Milan in futuro. FcInter1908 riporterà live le dichiarazioni dei protagonisti, dai dirigenti dei due club agli esponenti dei due studi.

12.00 - Parla Riccardo Ferri: "Viene da pensare che era meglio nascere 30 dopo: c'è un po' di invidia nei confronti di chi potrà giocare in questi stadi. Noi abbiamo avuto la fortuna di vivere emozioni al Meazza, ma tutti i tifosi sognano un futuro migliore per le squadre: diamo uno stadio comodo, sicuro. Quando si va allo stadio dai qualcosa in più alle squadre: l'augurio è che i giovani possano scrivere pagine importanti in questo stadio e che si possa gioire in questo stadio per i risultati delle due squadre".

11.58 - Parla Franco Baresi: "Chiaro che mi emoziono pensando a San Siro, è stata la mia casa per 20 anni, per tutta la mia carriera. Credo che sia giusto guardare avanti, guardare al futuro, alle nuove generazioni. Penso che sia molto bello che le due società si siano messe insieme per poter dare a Milano uno stadio moderno, futuristico, con tutti i comfort: per la gente che andrà allo stadio sarà un ulteriore incentivo per stare bene prima e durante le partite".

11.48 - Parla Chris Lee, il manager dello studio Popoulos: "E' un grande onore essere qui. Ho dedicato la mia carriera in progettazione di stadi per il calcio. Progettare uno stadio per Milano sarebbe incredibile e lavorare con Inter e Milan sarebbe un onore enorme. Siamo uno studio internazionale, 19 uffici e 700 collaboratori per progetti sportivi. Abbiamo costruito 1300 stadi: progettarli è complesso, soprattutto gli stadi per il calcio. Il nostro progetto si fonda sull'idea di un edificio per Milano: l'ispirazione l'abbiamo presa da icone di Milano, come Duomo e Galleria. Abbiamo pensato anche alla parte futuristica, sposando la tradizione con la sostenibilità e l'innovazione dell'architettura. Vogliamo anche che lo stadio diventi un'icona per Inter e Milan e per la città, rappresentando immediatamente il tutto come San Siro, che ha senso storico e architettonico. Vogliamo rispettare il passato e orientarci al futuro. Vogliamo uno stadio per tutti e noi vogliamo costruire un edificio che si rifà alla tradizione di Milano, che ha cibi e bevande di qualità, e lo faremo nello stadio. Vogliamo avere negozi e uno spazio come una galleria, che ricorda quella in piazza Duomo, uno spazio che tutti possano condividere. Il calcio porta all'apertura democratica. Lo stadio fa parte di un nuovo distretto per Milano: abbiamo l'opportunità di creare uno spazio splendido con 22 acri di verde, un parco aperto a tutti che circonda l'edificio. Abbiamo voluto abbassare il campo di gioco per non andare fuori terra, abbiamo spostato lo stadio da via Tesio per rispettare i vicini: lo stadio avrebbe dimensioni acustiche minori rispetto a San Siro. Questa zona sarà una revitalizzazione, diventerà viva: un parco urbano dove tutti possono entrare e godersi la nuova zona. Vogliamo poi rispettare la tradizione del Meazza: abbiamo progettato un museo, che sarà al disco centrale dell'attuale campo, con muri e memorial di entrambe le squadre. Sarà lo stadio più sostenibile d'Europa: pannelli fotovoltaici, raccolta di acqua piovana, impianto di ventilazione naturale per la galleria senza eccedere. Vogliamo un edificio autentico: deve avere un aspetto diverso, rosso come un incendio quando gioca il Milan e blu con un Biscione che lo avvolge quando gioca l'Inter e una cattedrale bianca per tutti. La forma architettonica cambia: non sono solo Led colorati, ma avrà un aspetto diverso in base all'evento. E poi c'è la splendida atmosfera del catino: sarà il più raccolto d'Europa perché stiamo pensando ad una quantità di spettatori tra i 60 e i 65mila. L'acustica è importante per progettare un teatro d'opera per sentire bene il tifo e la partecipazione con grande intimità e prossimità. Lo stadio attuale ha tanti punti di debolezza, ma atmosfera fantastica: quello nuovo sarà più vicino al campo, arrivando a 2.4 metri di vicinanza. Un'altra cosa è la longevità del progetto: andrà avanti per generazioni, sarà fatto per Milano e sarà milanese di per sé. Un'icona per oggi e le prossime generazioni: si dirà è di Milano".

11.34 - Prende la parola David Manica, rappresentante del progetto Manica: "Sono molto orgoglioso delle mie origini italiane: voglio ringraziare le squadre per averci dato l'opportunità di lavorare per un progetto così importante. Come sapete, il nostro progetto si fonda sui due anelli: secondo noi è il più adatto perché Milano rappresenta la caratteristica di avere due anelli in equilibrio e che si oppongono. Vedete lo stadio luminoso, scintillante: questi due anelli sono equilibrati e sospesi sulla base. Abbiamo immaginato lo stadio in un parco, un nuovo quartiere: 10 ettari di giardini attorno al centro commerciale futuro. Abbiamo voluto mantenere sul tetto del centro commerciale il prato storico di San Siro per poterci giocare: sarà un ricordo della storia. Di fianco vediamo il nuovo stadio: ci sarà una piazza con zone di parco e urbane che si utilizzerà anche per eventi. I due anelli sono sospesi e rendono lo spazio aperto. Abbiamo lavorato anche sull'interno: San Siro ha una grande atmosfera, che può diventare ancora più intensa. I sedili sono vicini al campo e più ripidi: sono avvolgenti. Ci saranno più posti in curva e molti più posti vicini al campo. Il progetto è stato organizzare perché le facciate siano aperte e l'architettura è presentata ai lati, cambiando colori e luci. La facciata è composta da 16mila volti di tifosi: ogni panello è di 1m quadro. Io ho sognato in questo modo la prima volta che ho pensato ad uno stadio. Questo muro diventa un elemento vivente per le persone. Questo è uno stadio per la gente, per le cittadini e per Milano".

11.15 - Prende la parola l'ad Antonello: "Qual è stato il contesto col quale i due club si sono appropriati al progetto? Innanzitutto approcciandosi alla città, riconosciuta come capitale economico-finanziaria e capace di attrarre turisti e che vive di design e innovazione, nel rispetto della cultura. Su questo sentiero i due club hanno pensato al progetto: a Milano c'è dinamicità importante, a partire da Expo per seguire con Santa Giulia, CityLife. Un cambiamento radicale della struttura della città. Quello che abbiamo voluto fare è un progetto che si inserisse nella vision di Milano 2030, con periferie al centro: è stato un punto importante e i progetti si inseriscono in questa mission. Due proprietà internazionali vogliono investire nella nostra città con un progetto che si rivolge alle future generazioni: questo il punto cruciale. Dobbiamo avere un progetto che si immerga nella realtà dei milanesi, non solo per chi va allo stadio. Dobbiamo rispondere alla prima domanda: perché non ristrutturare il Meazza? Le strutture sono sovrapposte negli anni una con l'altra, ma hanno poca interconnessione: questa ha creato disagi come spazi interni ridotti, la visibilità, visto che il primo anello ha una visibilità solo in basso e nel campo, il confort, considerando che c'è poco spazio per muoversi tra le file e questo dovrà essere allargato. Ultimo ma non ultimo quello dei servizi: ci sono 150mila persone che non dispongono di servizi idonei, come bar, ristoranti e servizi igienici. Le analisi ci ha portato a dire che in caso di ristrutturazione, avremmo dovuto porre le basi per lavori importanti: la demolizione e il rifacimento del primo anello, un intervento sul terzo anello e sulle torri. Poi ci sarebbe il rifacimento delle strutture, per poi cominciare la ricostruzione del primo anello, delle terrazze e aree hospitality. Abbiamo detto che San Siro perderebbe la sua identità: ci sarebbe un problema di capienza, che sarebbe inferiore ai 60mila del nuovo stadio, rimarrebbero i problemi dei servizi e di sicurezza, perché svolgere lavori durante la stagione sportiva porterebbe a problemi poco compatibili con essa. Se dovessimo intervenire su San Siro dovremmo chiedere ai tifosi di emigrare in stadi a 150 km di distanza e con capienze inferiori. Per noi come club, muoversi da Milano ci sarebbe un impatto economico. Con l'Europa esiste un gap di circa 2.5 mld: in Italia sono stati investiti negli ultimi 10 anni 180 mln di euro, in Europa 125 mld".

Ancora: "Abbiamo depositato il masterplan al Comune a luglio, ma ci siamo portati avanti: in attesa che si verifichi il progetto, i club hanno deciso di andare oltre a quanto richiesto dalla legge. Abbiamo selezionato un gruppo di architetti per esprimere la massima competenza l'idea e il concetto per la costruzione del club. Il brief che è stato dato loro è stato ben chiaro: vogliamo che esprimano qualcosa legato alla tradizione di Milano. Uno stadio che attragga tifosi e cittadini da tutto il mondo per vederlo. L'abbiamo voluto fare cominciando con quattro studi, ma il percorso di condivisione comincia oggi: presenteremo i progetti e faremo un percorso per raccogliere le opinioni di tutti e recepirle nel progetto finale. Gli studi rimasti in gara sono Popoulos e Manica: loro sono in grado di esprimere ciò che i club hanno trasmesso e sono in grado di fornire un distretto all'avanguardia e che può essere un motore per l'economia di Milano".

11.12 - Prende la parola il presidente Scaroni: "Racconteremo il nostro progetto, quello su cui abbiamo lavorato con l'aiuto di tanti consulenti per più di un anno, e che abbiamo presentato in Comune qualche mese fa. Voglio dire due cose: la prima è che lo stadio Meazza, così com'è, non è più uno stadio per due grandi squadre che hanno l'ambizione e il dovere di giocare un ruolo da primi attori nella scena del calcio europeo e mondiale. Il Meazza, così com'è, non va più bene, punto, non c'è molto da aggiungere. Se guardiamo gli stadi delle squadre con cui ci si conffronta in Europa sono altra cosa del nostro San Siro, a cui siamo affezionatissimi e che amiamo moltissimo, ma che comunque ha fatto il suo tempo. Seconda cosa: ci sembra che per la città di Milano cogliere l'occasione di un nuovo stadio, a San Siro, sia anche l'opportunnità di trasformare questa zona che oggi è un "non luogo", a parte quando si anima per le partite. E' una specie di deserto, in cui non c'è nulla, salvo un grande piazzalone di asfalto, con in mezzo il nostro amato Meazza. Noi dobbiamo cogliere questa occasione per procedere ancora una volta, qui a Milano, sulla strada del moderno, del nuovo, per un quartiere che viva 365 giorni all'anno, e non soltanto nelle poche ore delle partite. Il nostro investimento, di 1,2 miliardi di euro, prevede due cose: uno stadio moderno, quanto c'è di meglio al mondo, sia dal punto di vista funzionale che tecnologico ed estetico, e, al suo fianco, un nuovo distretto multifunzionale, in cui la città potrà vivere la zona di San Siro tutto l'anno, con ampi spazi verdi. I vantaggi della nostra proposta: ci sarà molto più verde nel nuovo San Siro; sarà più sostenibile da tutti i punti di vista, a cominciare da quello ambientale; avrà un minore impatto visivo e acustico. Il nuovo stadio sarà più basso: l'attuale San Siro è alto 68 metri, i nostri progetti sono alti poco più di 30. Il nuovo stadio avrà un impatto acustico su via Tesio del 60% in meno, dal momento che saà uno stadio chiuso, a differenza dell'attuale San Siro. Ambientalmente più amico di chi abita nella zona, più amico dell'ambiente, più ecosostenibile.".

10.45 - Arrivati al Politecnico gli ad Alessandro Antonello e Beppe Marotta, il vicepresidente Javier Zanetti e Riccardo Ferri per l'Inter, mentre per il Milan il presidente Paolo Scaroni e il CFO Zvonimir Boban e il ds Frederick Massara. Presente anche Adriano Galliani.

 

 

 

 

 

 

 

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