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Farsa Suarez, l’ex rettrice: “C’era clima da stadio. Lui poteva passare ma mai sentito parlare”

A parlare dell'esame di italiano sostenuto lo scorso 17 settembre da Luis Suarez all'Università per stranieri di Perugia, è Giuliana Grego Bolli

Redazione1908

"Quando mi hanno chiamato per dirmi che la Juventus stava cercando di fargli fare l'esame di italiano, mi hanno dovuto spiegare chi fosse Suarez. Nella mia famiglia sono tutti juventini, io non guardo le partite".

A parlare dell'esame di italiano sostenuto lo scorso 17 settembre da Luis Suarez all'Università per stranieri di Perugia, è Giuliana Grego Bolli. In un'intervista rilasciata a Repubblica l'ex rettrice che ha rassegnato le dimissioni e che e' indagata per falso e rivelazione di segreto d'ufficio.

"Ho pensato che fosse un buona opportunita' per rilanciare la visibilita' del mio Ateneo", spiega riferendosi all'esame sostenuto dall'attaccante dell'Atletico Madrid, allora nel mirino della Juventus. Assicura che il club bianconero non l'ha "mai conttatta" e aggiunge: "Ci parlava il direttore generale Simone Olivieri, a cui ho affidato l'organizzazione".

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La scelta di anticipare la sessione di esame "è stata parte dell'operazione di promozione dell'Ateneo ed è legittimo istituire una sessione aggiuntiva. L'avrei fatto anche se il candidato non si fosse chiamato Suarez. Inoltre mettere l'esame il 17 serviva a evitare i rischi di assembramento dovuti alla presenza di un calciatore cosi' famoso. Il 22 ci sarebbero stati altri 40 candidati a sostenere l'esame di lingua e i test di ingresso per i corsi di laurea. E' stata una mossa giusta, la rivendico".

Suarez "poteva passare il B1"

Giuliana Grego Bolli sottolinea di non aver avuto "alcun ruolo nella preparazione nè dell'esame, nè del certificato di prova superata" e aggiunge: "Il B1 richiede una capacità di farsi capire a livello medio-basso. Essendo ispanofono, Suarez era facilitato. Durante la pandemia l'esame di B1 si tiene solo in forma orale e dura circa 12 minuti. A queste condizioni risulta piu' accessibile. Avendo studiato, Suarez poteva superare un B1. Però io non l'ho mai sentito parlare".

Sulle intercettazioni, l'ex rettrice dice: "Non potevo sentire cosa si dicevano al telefono i miei collaboratori. Di sicuro c'e' stata una sovrabbondanza di chiacchiere, un'euforia dovuta in parte alla legittima voglia di promuovere l'Ateneo e in parte alla fede calcistica. Spina e Olivieri sono juventini. C'era un clima da stadio. Non ma mai avuto la sensazione che l'intero Ateneo si sia messo a disposizione, ne' pressioni di alcun genere. A me di Suarez non importava niente. La foto dopo il test? Ero li' perche' mio nipote mi aveva chiesto di portagli l'autografo".

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