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Cds – San Siro, argomentazioni fantasiose per sabotare un’operazione. L’impressione è che…

Gianni Pampinella
Gianni Pampinella Redattore 
Oggi  il Consiglio comunale si riunirà a Palazzo Marino ed emetterà il suo verdetto sul futuro di San Siro

Oggi  il Consiglio comunale si riunirà a Palazzo Marino ed emetterà il suo verdetto sul futuro di San Siro. Un giorno atteso da sei anni in cui Inter e Milan finalmente sapranno se avranno la possibilità di costruire insieme il nuovo stadio. "Il dibattito del consiglio comunale di Milano sulla vendita di San Siro ha avuto toccato livelli francamente penosi. Sono state scatenate le argomentazioni più fantasiose, per sabotare un’operazione di cui i due club milanesi hanno estremo bisogno, ma da cui la città di Milano trarrebbe benefici non chiari solo a chi non voglia vederli", scrive Alessandro Giudice sul Corriere dello Sport.

"Una delle obiezioni più singolari è quella secondo cui si venderebbe un bene pubblico a due fondi stranieri «di cui non si conoscono i proprietari». Altri evocano rischi di riciclaggio e infiltrazioni mafiose. In realtà, come ha dimostrato ieri con documenti inoppugnabili su X e sul suo blog l’avvocato Felice Raimondo, la catena di controllo di Inter e Milan è chiarissima a chiunque voglia e sappia leggere carte di pubblico dominio. Entrambi i fondi sono sottoposti ai rigidissimi poteri di controllo della SEC che sovrintende al funzionamento dei mercati finanziari e a qualsiasi attività di raccolta di capitali. La SEC dispone infatti di poteri inquirenti come ben pochi organi di controllo al mondo".

"Già a monte, l’operazione in discussione nel consiglio comunale milanese non ha per oggetto l’acquisizione di San Siro da parte di Oaktree e RedBird. Gli acquirenti sarebbero Milan e Inter, società ultracentenarie che rappresentano un pezzo fondamentale della storia di Milano e dello sport nazionale. Saltare questo passaggio significa fare intenzionalmente disinformazione".

"Non è facile sapere come finirà la saga di San Siro, se prevarranno i contrari o se i due club potranno mettere mano a un investimento gigantesco che riqualificherebbe un intero quartiere. Certamente la levatura delle argomentazioni contrarie è bassa. L’impressione è che alcuni scommettano che alla fine Milan e Inter non abbandoneranno Milano, accettando un progetto di ristrutturazione già da tempo scartato. Un azzardo mortale, in cui la posta in gioco è il rischio di lasciare Milano col cerino di un rudere inservibile e costoso in mano. Non sarebbe una fine gloriosa – anzi sicuramente lo sfregio definitivo – per uno stadio che tutti dicono di volere difendere ad ogni costo".

(Corriere dello Sport)