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San Siro, ecco perché Inter e Milan tardano. Una clausola fa discutere Oaktree e RedBird

Daniele Mari Direttore 

La clausola che divide le due proprietà

Invece nella notte sembra proprio che sia sorto un dissidio, rivela il Corriere della Sera, su come formulare una clausola, non marginale peraltro, tra Oaktree e RedBird: ovvero cosa succede se uno dei due club dovesse (per una qualsiasi ragione) tirarsi indietro. C'è chi preme per inserire una clausola che prevede che l'altro possa rimanere e concludere da solo l'operazione (opzione che sarebbe, è facile immaginarlo, molto più gradita anche all'amministrazione comunale che si sente garantita), e c'è chi invece non vuole prevederla: o tutti e due o nessuno, insomma.

Da quando è arrivata Oaktree, l'Inter ha sposato in toto il progetto nuovo stadio a San Siro (in assenza di reali alternative), mentre RedBird era già a un certo stadio di avanzamento sul piano B: il progetto di stadio a San Donato (dove, secondo alcuni rumors, se dovesse andare in porto San Siro potrebbe essere trasferito il centro giovanile Vismara).

A questo punto nulla è comunque compromesso, anzi lo scenario più probabile è che una quadra venga trovata.

I tempi però diventano imprevedibili, la partita si sta giocando a New York e non a Milano, dove i rappresentanti dei club e i due presidenti, Beppe Marotta per l'Inter (oggi in Olanda per la trasferta di Champions) e Paolo Scaroni per il Milan attendono a loro volta notizie.