Gli strali di Lautaro e le strategie di Marotta permettono a Chivu di recitare la parte dello “sbirro buono” nei film polizieschi. Di lui, dopo la trasferta americana, resta l’immagine dell’allenatore sorridente, che dà spazio in prima squadra ai giovani che ha cresciuto, ma al tempo stesso rispetta i senatori nel disegnare la squadra titolare. Porta in allenamento la spensieratezza che i giocatori chiedono, ma sa anche dare la carica quando serve.
“Io avevo detto anche che bisogna rimanere sulla stessa barca. Diciamo che sono stato più delicato di Lautaro. Lui è entrato a gamba tesa, ma ho detto la stessa cosa", ha chiarito dopo la sconfitta con il Fluminense. Poi ha rivolto un invito generale a spegnere l’incendio, anziché alimentarlo: “Non mettiamo benzina sul fuoco. Non iniziamo sempre a raspare sul fondo. Prendiamoci le cose buone. Ho avuto modo di vedere il gruppo e conoscerne pregi e difetti. Ovvio che pretendo di più, ma bisogna mantenere lucidità. Le analisi non si fanno mai dopo una sconfitta del genere".