
"Per precipitare, ha bisogno di un “alleato”. Come l’urlo imprigionò la rete di Marco Tardelli al Bernabeu, così il casqué ha condizionato la carriera di Juan. Il simulatore seriale è un kamikaze che ha scelto d’immolare la fede e la fedina per la classifica del suo “Paese”. Consapevole di schiantarsi contro l’esecrazione del tifo (avverso) pur di centrare l’obiettivo, non importa se la bagnarola di una punizione o la portaerei di un rigore agli sgoccioli (come il tuca tuca infantile con Ivan Perisic, il 15 maggio 2021, in Juventus-Inter 3-2). È difficile sradicarlo dalle metafore dei trampolini e delle piscine. Meriterebbe una letteratura più vicina e sensibile ai suoi dribbling, al suo destro, ai suoi estri. Della Juventus di Andrea Pirlo era diventato una sorta di regista in maschera. È stato un eccesso ambulante: capace di recitare Dante e di scrivere cuore con la q. Adesso che sta per “tuffarsi” in una nuova avventura, i moralisti sono tristi. Lontano dalle vignette della Continassa non sarà più lo stesso svenimento (e investimento). Per Groucho Marx, «il segreto della vita è essere onesti e comportarsi bene. Se riesci a simulare tutto questo, ce l’hai fatta». E vai".
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