Un utile che nei piani di Oaktree dovrà essere replicato anche il prossimo anno per consentire al club entro il 2027 di riportare in territorio potivo ail patrimonio netto, negativo al 30 giugno 2024 per 66 milioni. L’Inter ha potuto usufruire, come tutte le altre aziende italiane per cui il Governo ha ammesso questa facoltà durante l’emergenza Covid, del rinvio entro il quinto esercizio successivo delle perdite subite nel 2021 e 2022 (per 341 milioni in gran parte già coperte da apporti di capitale, come indica le relazione al bilancio). Il fondo Oaktree in questo modo potrebbe evitare di immettere ancora capitale proprio. Si lavoverà, perciò, anche sulle spese. Al 30 guigno 2024 i costi di produzione erano stabili rispetto all’anno precedente, per un totale di 464,5 milioni: più in dettaglio gli ingaggi dei tesserati erano invariati intorno ai 196 milioni, mentre gli ammortamenti dei “cartellini” sono ulteriormente scesi da 90 a 75 milioni. In futuro entrambe le voci dovranno calare.
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Il fondo nordamericano sta già cercando poi di rifinanziare il bond da 415 milioni che scade nel 2027 (in realtà, Oaktree ne ha già riacquistato 15 milioni e all’inizio questa stagione ha effettuato una ricapitalizzazione da 47 milioni). Se si arrivasse a una scadenza sotto i 12 mesi in effetti il peso del bond inciderebbe sull’indicatore di liquidità, rendendo più complesso il mercato nerazzurro, cosa che con una scadenza sopra i 12 mesi non avviene.
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