Dalle colonne di Libero, Fabrizio Biasin riassume in alcuni punti quello che è successo a Riad durante la Supercoppa poi vinta dal Napoli.

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Biasin: “Supercoppa trasformata nella Coppa Carnevale. Successe 9 cose. Quando Bastoni ha…”
"Cose successe a Riad, Arabia Saudita. Il Napoli ha stravinto la Supercoppa italiana, lo ha fatto con enorme merito dopo aver dominato semifinale (col Milan) e finale (col Bologna). E fin qui siamo allo sport nudo e crudo, ma poi c’è il resto".
Ecco il resto.
Lo stadio non è mai stato al completo. Ci siamo avvicinati a una specie di tutto esaurito in Napoli-Milan, ma solo dopo il quarto d’ora di gioco, perché a Riad i tifosi si presentano quando gli pare e figuriamoci in una giornata di pioggia.
In finale hanno steso dei teli sugli spalti per coprire gli ampissimi vuoti: voto 10 alla strategia.
A un certo punto di Bologna-Inter un tifoso, inquadrato, ha festeggiato per un rigore calciato malissimo da Bastoni. E voi direte: «Evidentemente tifava Bologna». No, Inter. Ma lui esultava a prescindere. E questo perché era totalmente inconsapevole.
La finale tra Napoli e Bologna è stata la meno vista di sempre. Solo 4.042.000 spettatori. E questo dipende dall’assenza di “strisciate” (Milan, Juve, Inter), ovvio, ma anche dal poco appeal di una manifestazione che – nonostante l’ottima confezione targata Mediaset – ogni anno di più sembra “buttata là”.
Barella, accerchiato dai tifosi locali, si ferma a firmare autografi. Parte il coro degli appassionati – ma un filo confusi – sostenitori: «Ba-ri! Ba-ri!». Lui si fa una risata, in sottofondo parte il commento: «Sì, vabbé, Brindisi…».
Tipica vox populi fuori dallo stadio. Domanda al tifoso: «Per chi tifi?». Risposta: «Sono qui per vedere De Bruyne e Lukaku!». Amico mio, ti devo dare una brutta notizia…
Annunci allo stadio dati con l’IA.
“Olé” a caso sul possesso palla della squadra che perde.
Altro.
L’esperienza saudita della Supercoppa è terminata, si torna a casa con una bella manciata di milioni che schifo non fanno (11 ai vincitori), ma anche con la consapevolezza che, a differenza di quello che dicono i reggenti («Andiamo all’estero per promuovere il nostro calcio!»), con ’ste trasferte più che fare un piacere alla Supercoppa l’abbiamo trasformata nella Coppa Carnevale".
(Libero)
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