Cesar Aparecido, doppio ex di Inter-Lazio di stasera, ha parlato dell'incontro in una intervista concessa a TuttoSport questa mattina. Si legge a tal proposito:

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Cesar: “Inter non brillante, deve riprendersi. Chivu nel mio spogliatoio…”
«Può succedere di tutto. L'Inter deve riprendersi, io sono andato spesso a San Siro e ultimamente non ho visto una squadra brillante, ma un team che concede troppo, che crea anche delle situazioni, senza farti male. I nerazzurri hanno potenzialità, devono essere più concreti. La Lazio invece, non avendo potuto fare mercato, è penalizzata tanto perché oggi Sarri lavora con qualche giocatore che non era nei suoi piani. Però affronta la situazione a viso aperto, ha un centrocampo e un attacco che hanno fatto vedere cose importanti, prendono pochi gol. Non hanno i ricambi dello stesso livello e questo può essere un problema».
Lei è stato compagno di Chivu all’Inter: vede in lui qualcosa di Mancini?
«No, Chivu è un profilo diverso caratterialmente. Per vissuto, esperienza, per le caratteristiche anche dei giocatori che dopo ha portato con se Mancini, c’è differenza. Poi vedo Cristian molto calmo, è il suo modo di essere: mi sembra evidente questa differenza di metodologie e mentalità».
Questo può accorciare il deficit d’esperienza?
«Questo è soggettivo, dipende dal suo lavoro. L'ho visto allenare la Primavera dell'Inter, con cui ha vinto, poi è andato a fare questa esperienza a Parma, dove ha fatto bene, conquistando la salvezza. Gestire una grandissima squadra è diverso, all’Inter sapevano già come lavorasse e hanno puntato su di lui».
Quando ci giocava insieme, pensava potesse diventare allenatore?
«Non credevo, al tempo, che Chivu potesse diventare un allenatore, ma non significa nulla. Magari non lo pensavo neppure di Simone Inzaghi, eppure lui è diventato un top. A me piace vedere le squadre che giocano bene, sono molto critico su questo. Credo che Chivu sia sulla strada giusta, ma gli va dato tempo».
Chivu era un leader nello spogliatoio?
«Ci sono tanti modi per esserlo. Lui era un leader silenzioso e di personalità. Era da esempio col suo comportamento».
Quanto c’è ancora di Inzaghi in questa Inter?
«Sinceramente non vedo tanta differenza a livello tattico, di gioco sì perché ho ancora in mente le grandissime partite degli anni precedenti. Ma Chivu ha tutto il tempo dalla sua parte».
Con Verona e Kairat l’Inter ha un po’ perso il filo del gioco. Stanchezza o un’involuzione?
«Stanchezza assolutamente no, siamo solo all’inizio della stagione. Magari le prestazioni di alcuni calciatori non sono state il massimo. Pensi a Frattesi, che era uno che entrava e spaccava la partita...».
Rispetto all’anno scorso l’Inter ha inserito due alternative offensive come Pio e Bonny: le rotazioni in attacco sono ora uno dei punti di forza dei nerazzurri?
«Il reparto è più forte rispetto alla scorsa stagione. Pio è tornato e ha fatto tutto quello che doveva. Dovrà migliorare, ma si vede che è da Inter. Bonny ha tanto potenziale, però secondo me non sta dimostrando ancora tutto il suo valore».
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