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L'Inter sembra aver preso la strada giusta. I giocatori iniziano a digerire il nuovo metodo, non era semplice dopo 4 anni e i risultati iniziano a vedersi. Arrivano le vittorie, ma soprattutto ci sono le prestazioni.
"Mentre li spreme come agrumi in sedute a cui nessuno era minimamente abituato, mentre pungola gli ego e stimola le arrabbiature di chi tira via dal campo, mentre continua ad applicare il suo metodo con un colpo di bastone e un altro di carota, Cristian Chivu usa la parola preferita in ogni lingua del mondo: divertimento, distracţie in romeno. Il tecnico ha infatti un animo giocoso, anche quando deve fare il duro per mestiere. Anni di onorato servizio sui campi, prima da difensore e poi da allenatore, gli hanno insegnato che l’unico modo per fare bene il proprio lavoro è godere di ciò che si fa, con un travaso di entusiasmo dall’allenamento alla partita. Ci si può divertire anche solo in un esercizio faticoso ad Appiano, purché diverso dal giorno prima e dal giorno prima ancora", spiega La Gazzetta dello Sport.
"È proprio lì, nella settimana vissuta nel centro sportivo, che è marcata la differenza rispetto al recente passato: i frutti di una preparazione fisica molto più meticolosa si vedono soprattutto negli ultimi minuti in cui la squadra non cala più, anzi aumenta la pressione. I nerazzurri sentono il cambiamento nei muscoli, nella forza, nella resistenza, e sentitamente ringraziano: anche così, con scelte precise di rottura nella preparazione fisica, Chivu ha conquistato il gruppo. Ora il progetto è costruire una macchina che regga i ritmi europei anche in campionato. Il resto, l’allenatore lo ha fatto lavorando sulle sfumature della psiche di squadra: per coinvolgere tutti, ha elaborato rotazioni il più possibile variegate. Non a caso, i titolari finora sono stati 22, tenendo dentro pure l’esule Pavard. Anche qui l’amato football viene in soccorso di Chivu: il tecnico lo segue con passione da una vita, ne apprezza il sistema di pesi e contrappesi, il sottile gioco di strategia e schemi. Certo, i risultati aiutano a divertirsi di più: non c’era troppa voglia di scherzare dopo i due scivoloni tra Udinese e Juve, ma anche in quei momenti complicati il tecnico non aveva perso la voglia di scherzare. Intravedeva segnali di cambiamento, sapeva che i pezzi si sarebbero incastrati".
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