L'analisi del giornalista: "L’Inter ha ricevuto in dono dall’Udinese un lunedì da attraversare con calma, senza condire di angoscia l’avvicinamento al match con la Fiorentina"
Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere della Sera, Paolo Condò, giornalista, ha analizzato così il pareggio del Napoli verso Inter-Fiorentina di stasera: "L’Inter ha ricevuto in dono dall’Udinese un lunedì da attraversare con calma, senza condire di angoscia l’avvicinamento al match con la Fiorentina. L’abisso dei sei punti di svantaggio dal Napoli le si è spalancato sotto i piedi per tre minuti soltanto, il tempo perché le giocate tanto dissennate quanto sfortunate di Juan Jesus e Mazzocchi innescassero il gran tiro col quale Ekkelenkamp pareggiava il fresco 1-0 di McTominay.
Il calcio funziona su frequenze tutte da interpretare, motivo per cui si è avuta subito la sensazione che quel pari fosse definitivo: molto più pericolosa fin lì, l’Udinese possiede una fisicità dinamica che nelle serate di vena è in grado di cancellare dal campo Lukaku, cui Solet non ha mai permesso di girarsi, e l’altro colosso Anguissa. Conte ha fatto ciò che doveva fare, inserendo la cavalleria leggera al posto dei carrarmati impantanati, ma la deriva del pari era ormai inarrestabile, e dopo i due punti lasciati a Roma all’ultimo respiro eccone altri due da rimpiangere meno. Lucca e Thauvin hanno spaventato assai più di Lukaku e Neres.