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Hubner: “Tifoso dell’Inter da bambino. Ronaldo? Chi lo marcava mi diceva: ‘Questo non è umano'”

L'ex attaccante si è raccontato a Tutti Convocati

Marco Macca

Ospite speciale alla trasmissione radiofonica Tutti Convocati. Dario Hubner, ex attaccante di Brescia e Piacenza tra le altre, si è raccontato tra tifo (nerazzurro) e tanto altro. Con uno sguardo alla Serie A di oggi, a due giorni dalla supersfida tra la Juventus di Sarri e la squadra di Conte:

"Io ho smesso a 38 anni come professionista. Erano altri anni quelli in cui giocavo. Io ero un giocatore normale, ringrazio i miei compagni che mi hanno sempre fare tanti gol. Io l'opposto di CR7? Ero un professionista anche io. All'epoca era diverso. Iniziavano ad uscire i preparatori atletici, erano odiati da tutti i giocatori all'inizio. Poi invece questi lavori hanno allungato le carriere dei giocatori. La società conta tantissimo in una squadra. Sono interista da bambino, l'Inter quando andava così così è perché non aveva un uomo forte, poi vedi cos'è successo con Mourinho. Nella Juve i giocatori devono ascoltare il mister. Ho esordito in Serie A in Inter-Brescia con Ronaldo il Fenomeno, Pirlo fece l'assist per il mio gol del 2-1. Come giocava Ronaldo? Chi lo marcava mi diceva questo non è un uomo, è una scheggia. Si vedeva che aveva qualcosa in più di noi esseri umani".

(Fonte: Tutti Convocati)

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