fcinter1908 ultimora Repubblica – L’inerzia di Chinè sul caso Osimhen: il Napoli non può essere punito

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Repubblica – L’inerzia di Chinè sul caso Osimhen: il Napoli non può essere punito

Gianni Pampinella
Gianni Pampinella Redattore 
Le nuove carte del caso Osimhen non porteranno a un nuovo processo sportivo per il Napoli

Le nuove carte del caso Osimhen porteranno a un nuovo processo sportivo per il Napoli? È la domanda che pone Repubblica nella sua edizione odierna. La risposta è secca: no. Il quotidiano spiega perché non ci sarà un nuovo processo sportivo per la squadra di De Laurentiis.

"Quando il procuratore della Federcalcio Giuseppe Chinè ha ricevuto dalla procura di Roma i documenti raccolti ieri da Repubblica. Chinè ha ritenuto però che in quegli scambi di email e in quelle conversazioni tra dirigenti imbarazzati non ci fossero elementi per chiedere ai tribunali sportivi la revocazione, ossia la riapertura del processo che si era concluso nel 2022, quando per l'affare Osimhen il Napoli incassò una doppia assoluzione".

"Leggendo le carte, non ha riscontrato «fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia», come prevede il codice per chiedere la revocazione. Che ha un solo precedente: il caso plusvalenze della Juventus, poi penalizzata di 10 punti. Lì le intercettazioni raccontavano «un sistema preordinato» per l'alterazione di operazioni di mercato. Sostenuto da frasi incriminanti intercettate ai dirigenti e scritte sui loro diari. Qui invece, Chinè non ha trovato intercettazioni".

"C'erano però le mail in cui il Lille si diceva disponibile a inserire nell'affare Karnezis a 20 milioni dichiarando che «è di estrema importanza che non ci sia nessuna comunicazione sull'affare» perché «ci farebbe sembrare tutti cattivi». E c'era l'arbitraria variazione delle valutazioni dei calciatori, per cui Karnezis vale una volta 20, una volta 10 e alla fine 5 milioni. Ma per Chinè da quei passaggi non emergeva un «disegno preordinato di alterazione di operazioni», come per la Juve".

"Il collegio difensivo del Napoli ritiene quelle parole dei dirigenti «frasi estrapolate da un contesto dialettico ben più ampio, che se considerato nella sua interezza consente di coglierne il reale significato». Così «ciò che emerge non è affatto un disegno illecito ma la normale dinamica di una trattativa legata alla compravendita di calciatori, fisiologica nel settore e priva di profili penali». E ricorda che i due dirigenti «sono stati sentiti sul punto dai pm unicamente come persone informate sui fatti. In tale sede costoro hanno fornito spiegazioni chiare tali da escludere qualsiasi effettiva rilevanza probatoria».

(Repubblica)