Quella scena lì l'avevamo già vista. Tre anni fa, ma ad Anfield, l'Inter si era già ritrovata nel bel mezzo della gara col Liverpool a fare a meno di due pilastri. Quella sera toccò a Stefan De Vrij e Marcelo Brozovic, ieri ai due omologhi Acerbi e Calhanoglu. Altrettanto preziosi, soprattutto il turco, ma - bisogna dirlo - ben sostituiti da Bisseck e Zielinski. La differenza sta però nel risultato finale: nel 2022 i nerazzurri portarono a casa la partita con una gemma di Lautaro Martinez, che però non evitò l'eliminazione, mentre ieri la cabala ha capovolto le sorti dell'incontro con un rigore al dir poco generoso.

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Inter, film già visto con altri interpreti. Il rigore fa arrabbiare per un motivo

MILAN, ITALY - DECEMBER 09: Nicolo’ Barella of FC Internazionale disputes with Alexis Mac Allister of Liverpool FC during the UEFA Champions League 2025/26 League Phase MD6 match between FC Internazionale Milano and Liverpool FC at Stadio San Siro on December 09, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
Episodio che fa rabbia, per un motivo in particolare: ci ripetono fino alla noia, da anni ormai, che su certe cose vale il giudizio insindacabile del campo e che il VAR non può costringere l'arbitro a rivedere una trattenuta o una spinta che il direttore di gara abbia già valutato in presa diretta, proprio per non indirizzarne l'operato. Quello che è successo ieri, invece, va in netta controtendenza. Dal monitor hanno imposto all'arbitro in campo una decisione diversa da quella adottata su un episodio già archiviato. E stride fortemente con il protocollo. Il peccato mortale ovviamente è aver creato con un'ingenuità i presupposti per far accadere tutto ciò. Bastoni avrebbe dovuto evitare quel gesto, non c'è dubbio, ma ciò non giustifica quell'on-field review ordinata dai varisti.
La missione dell'Inter ora è gestire la frustrazione. Mettere da parte il rammarico per non aver ipotecato la qualificazione agli ottavi di Champions League, anche forse per aver pensato per un momento di potersi accontentare del pareggio. Nel frullatore nerazzurro comunque ora è il momento di inserire altri ingredienti. Come ad esempio la voglia di insidiare ancora la vetta del campionato, considerando che tra quattro giorni si torna in campo in Serie A. La trasferta di Genova sarà ostica, anche perché l'infermeria continua ad affollarsi e di recuperi nemmeno l'ombra. Dopo la sconfitta di Madrid è arrivata la prova importante di Pisa, serve lo stesso tipo di risposta.
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