Le prime uscite stagionali dell’Inter, e in particolare la sconfitta casalinga contro l’Udinese, hanno riportato a galla difetti già emersi durante il Mondiale per Club. Cristian Chivu, subentrato a Simone Inzaghi, ha messo subito in chiaro la propria volontà: costruire una squadra tatticamente diversa rispetto a quella del suo predecessore.

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Inter, il mercato non può soddisfare Chivu e i tifosi: ecco cosa manca. E a centrocampo…
"L’Inter dello scorso anno si era fatta largo in Italia e in Europa attraverso una proposta di gioco più barocca. Partendo da una elaborata fase di costruzione alla quale facevano da supporto le continue rotazioni che venivano utilizzate per manipolare il blocco difensivo avversario".
"Con Chivu invece i nerazzurri hanno fin qui abbracciato un’idea verticale, orientata al rapido raggiungimento della metà campo avversaria. In pratica, non è possibile invitare la prima pressione avversaria (per poi superarla in palleggio e attaccare in campo aperto) in quanto i rivali di turno tendono ad affrontare i nerazzurri soprattutto con blocchi medi o bassi", si legge sul Corriere della Sera.
"Nel quadro di questa mutazione genetica, Chivu chiede ai suoi braccetti meno incursioni in avanti. Un atteggiamento prudente che priva però la squadra di uomini in più con cui invadere l’altra metà campo, senza tuttavia garantire maggiore copertura in difesa. L’arrivo di Manuel Akanji assolve alla necessità di garantirsi un centrale di maggior affidamento rispetto a Yann Aurel Bisseck, oltre al fatto che lo svizzero ha maggior qualità nella gestione della palla rispetto al tedesco".
"Il resto del mercato tuttavia non può soddisfare né Chivu né i tifosi nerazzurri. Non è arrivato Ademola Lookman e nemmeno un suo possibile sostituto. L’Inter quindi si ritrova col solito problema di non avere a disposizione giocatori in grado di dribblare in spazi stretti. Chivu dovrà quindi trovare il modo di armare i riferimenti offensivi senza poter ricorrere alla soluzione data dall’uno contro uno".
"A questo problema si aggiunga quello del centrocampo. L’idea base dell’ex tecnico del Parma è quella di virare verso un 3-4-2-1 che presenti a centrocampo un quadrilatero composto dai due mediani e dai due numeri 10. Una soluzione che potrebbe mettere in difficoltà Çalhanoğlu e che mantiene irrisolta la questione relativa alla posizione di Nicolò Barella, per il quale Chivu deve scegliere fra la posizione di secondo mediano e quella di secondo trequartista".
"Anche nel caso in cui, giocoforza, Chivu si trovasse a dover optare per il canonico 3-5-2 (con Çalhanoğlu play e Barella mezzala) resta il fatto di non avere in rosa un centrocampista difensivo. Non lo sono Nicolò Frattesi, Piotr Zieliński e Petar Sučić e non lo è nemmeno l’ultimo arrivato nel reparto, il francese Andy Diouf".
(Corriere della Sera)
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