Il meglio anzi sarebbe venuto dopo, nell’interezza della giornata. In un sabato uggioso, con la pioggia diagonale che bagna un poco i tifosi nonostante le vecchie tettoie del dibattuto stadio, Bonny ha stregato l’Inter. Aveva impiegato pochi allenamenti, in verità, a meritare la stima e la simpatia dei compagni, grazie all’applicazione e alla leggerezza. E il gol da subentrato all’esordio assoluto contro il Torino sembrava un ottimo presagio. «È un ragazzo fuori dal comune e chi lavora con lui se ne accorge facilmente» osservava Chivu alla vigilia, preparandone il debutto da titolare all’ottava tappa della stagione. Il figliolo conosciuto nei tre mesi di Parma ha premiato la scelta esagerando: oltre al bel gol di testa, più veloce delle mani del portiere Silvestri, ha servito tre assist, due dei quali eccellenti per tecnica e visione.
"Negli ultimi vent’anni soltanto un altro calciatore, all’esordio dal primo minuto in una squadra, aveva determinato quattro gol in Serie A: Daniel Osvaldo, centravanti acrobatico dentro e fuori dal campo. Sempre con l’Inter, peraltro, contro il Sassuolo nel 2014. Ma l’inizio di Bonny è molto più caldo di una statistica, se un leader come Barella sottolinea che «avevamo bisogno di gente come Ange». Questa partita, come era successo a Cagliari con la firma di Pio Esposito, assomiglia tanto a una polizza assicurativa: se mancano Lautaro o Thuram, finalmente qualcuno può e sa sostituirli. Non è casuale che l’Inter abbia vinto quattro delle cinque partite consecutive senza uno dei due campioni", aggiunge Gazzetta.
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