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La Gazzetta contro Chivu: “Ecco perché quello che ha detto non è vero”

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La Gazzetta dello Sport ha dedicato un approfondimento all'ultima uscita di Cristian Chivu dopo l'eliminazione in Supercoppa
Redazione1908

I rigori si possono allenare o quel momento di tensione è assolutamente unico e conta "alzare il braccio e prendersi la responsabilità?". Secondo Cristian Chivu, i rigori sono una lotteria e basta. La Gazzetta dello Sport, però, contesta la sua visione.

"Ipse dixit: “I rigori non si allenano”. Cristian Chivu consegna alla storia del calcio una nuova verità. La sua. C’era una volta la specializzazione: ripetere una cosa centinaia e centinaia, anzi migliaia di volte. Per gestirla, assimilarla e renderla automatismo. Un gesto, un movimento, uno stato d’animo. Persino un rigore. Ma dopo il ko della sua Inter contro il Bologna, sotto il cielo di Riad Chivu dice no: “I calci di rigore sono una lotteria, non si possono allenare.

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A me basta la personalità e il coraggio di alzare il braccio e dire: io lo voglio calciare”. C’è qualcosa di più profondo e che riguarda l’essere, non solo la tecnica. Da mo’ je faccio er cucchiaio alle coltellate sotto l’incrocio, dalle palombelle (rosse o sbiadite) per spiazzare il portiere fino ai tiri centrali che tanto vanno sempre bene, il rigore è un punto d’incontro tra l’azione e l’immaginazione. Una fusione. Se ne sono occupati poeti (“Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore...”), fisici, alchimisti, filosofi come Maradona. Che diceva in un’altra massima: “I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli”.

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Fabio Cola, Il professore dei rigori

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Fabio Cola, consulente e formatore, non ha dubbi: “Tutto è allenabile”. Cola teneva un corso a Coverciano, Gestione delle Risorse umane, all’interno del Master Uefa Pro. Nel 2020 in aula alle sue lezioni c’erano Toni, Motta, Samuel, Pirlo. Italiano. E anche Chivu. “In ogni disciplina, sportiva e non, ci sono delle competenze. Ogni competenza è allenabile, non ne esiste una che non si allena”.

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Negli anni 80 e 90 in Jugoslavia i giocatori di pallacanestro erano famosi per l’alienazione del gesto: una ripetizione continua di un singolo atto, un dettaglio, anche minimo per perfezionarlo. Fino allo sfinimento. Ne sanno qualcosa anche nella ginnastica, nella danza, nel teatro. Il momento è frazionato, allenato e dunque appreso. Ma l’evoluzione della scienza e della tecnica è andata oltre. Sì, oltre all’ossessione c’è di più. Le competenze si sono moltiplicate, e sono tutte importanti.

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C'è la conoscenza, dice Cola, “che è il sapere. Come si allena la conoscenza. Come? Studiando. Non c'è nient'altro da fare se non studiare. Quindi tante persone che vogliono arrivare alla conoscenza tentano delle scorciatoie, ma l'unico modo è allenarsi in quel modo, studiare. Poi c'è un'altra competenza, che non è il sapere, ma è il saper fare. Quindi una capacità del saper fare qualcosa. Non è detto che chi ha conoscenze sappia anche fare”.