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NY Times: “Inter splendida e sottovalutata come Dumfries. Finalmente di Inzaghi si dice…”

Daniele Mari Direttore 

Ma Dumfries non è l’unico "non celebrato" di questa Inter.

C’è Lautaro Martínez, capitano e capocannoniere della storia nerazzurra in Champions League, che ha confessato al Corriere della Sera di sentirsi “sottovalutato” dopo il settimo posto al Pallone d’Oro 2024. Contro il Barcellona non ha segnato, ed è uscito per infortunio — un problema che potrebbe tenerlo fuori al ritorno — ma il suo movimento e la sua presenza fisica hanno messo in crisi Cubarsí e Araujo, aprendo spazi per Thuram e per gli esterni.

Anche altri giocatori dell’Inter sono spesso poco considerati. Per chi non segue la Serie A, Yann Sommer è solo il solito svizzero che spunta ogni due anni ai grandi tornei. Eppure ha salvato il risultato su Yamal e Raphinha. Concedere tre gol, incluso un’autorete, e risultare comunque tra i migliori in campo non è da tutti.

Acerbi? Un gigante. Da giovane era stato comprato dal Milan per sostituire Nesta, ma dopo sei partite fu scaricato. Campione d’Europa con l’Italia nel 2021, oggi non viene nemmeno convocato in nazionale.

Darmian e Mkhitaryan, entrambi reduci da esperienze deludenti in Premier League, sono rinati con Inzaghi. L’armeno, criticato in Inghilterra per lo scarso impegno, ha corso talmente tanto che a fine partita aveva letteralmente consumato il logo Nike sulla maglia.

Erano tre i titolari dell’Inter arrivati a parametro zero: oltre a Mkhitaryan, anche Thuram e Calhanoglu. Giocatori che avrebbero potuto prendere tutti. Ma li ha presi l’Inter, una squadra che spende meno di quanto incassa da quattro stagioni consecutive. In mezzo a giganti economici, sono la realtà più sostenibile delle semifinali.

E tutto questo senza nemmeno citare Nicolò Barella e Alessandro Bastoni, due tra i migliori del torneo, ma costantemente oscurati da nomi più mediatici come Yamal, Kvaratskhelia o Declan Rice.

A tenere insieme questo gruppo c’è Inzaghi, uno degli allenatori più brillanti d’Europa. Solo quest’anno, però, inizia a ricevere il giusto riconoscimento. La sua Inter è la squadra più riconoscibile e tatticamente unica tra le quattro semifinaliste: solidissima in difesa, creativa in attacco.