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Sacchi: “Inter vicina al 10 a Lisbona! Ha giocato con coraggio, ma mi faccio una domanda…”

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L'ex tecnico, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato delle partite di Champions e della vittoria dell'Inter

L'ex tecnico Arrigo Sacchi, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato delle partite di Champions e della vittoria dell'Inter: "Ritmo e velocità da Champions, Milan e Napoli hanno disputato un primo tempo di livello europeo. All’inizio il dominio della squadra di Spalletti è stato evidente: ha creato diverse opportunità ed è stato molto bravo Maignan. Il Milan, però, ha saputo resistere e ripartire. E in una di queste ripartenze ha costruito il gol del vantaggio. Bravissimo Brahim Diaz che, a mio avviso, sulla fascia destra ha trovato la collocazione ideale. Nel complesso, comunque, ho ammirato nel primo tempo uno spettacolo da palcoscenico internazionale. È così che si deve giocare: con il coraggio, con la voglia di stupire e di andare oltre i propri limiti".

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Ma oltre alla sfida di San Siro questa settimana di Champions ha regalato anche la splendida prestazione dell’Inter che, improvvisamente, si è fatta ammirare da tutta l’Italia. Già, perché finora la squadra di Simone Inzaghi era stata molto discontinua e le dieci sconfitte in campionato sono lì a dimostrarlo, ma la vittoria contro il Benfica nella bolgia di Lisbona è stata davvero una grande impresa. L’Inter ha giocato con il coraggio, con le idee e con il carattere. E non era per nulla semplice, perché i portoghesi sono forti e hanno elementi in grado di mettere in difficoltà parecchi avversari. Tutti i nerazzurri hanno dato ogni energia che avevano in corpo, e questo, oltre a essere un motivo di soddisfazione per l’allenatore, è anche una dimostrazione di alta professionalità. Quando uno si spende totalmente è già un vincitore. E se sono undici a farlo è logico che ne trarrà beneficio anche il gioco di tutta la squadra.

Inter Inzaghi

Non ho dubbi sui valori tecnici dei ragazzi di Inzaghi, sono bravissimi. Mi faccio delle domande, invece, sulla loro disponibilità caratteriale a fare sempre le cose al massimo, com’è accaduto a Lisbona. Altrimenti come spiegare gli scivoloni in campionato? Gli allenatori italiani, e il discorso non vale soltanto per Simone Inzaghi ma anche per tutti gli altri, devono guardare la personalità, la motivazione, lo spirito di sacrificio e l’intelligenza degli elementi a loro disposizione, e non soltanto la raffinatezza dei piedi. A fare la differenza, nel calcio come nella vita di ogni giorno, sono valori come la professionalità, l’etica, l’attaccamento al lavoro. L’Inter, a Lisbona, si è avvicinata al 10, come voto generale. Barella, ad esempio, ha giocato una partita di grande generosità, com’è sempre stato nelle sue corde ma come non sempre ha fatto quest’anno. Il centrocampo ha funzionato benissimo, con Mkhitaryan che si è sacrificato con umiltà e Brozovic che è stato bravissimo. La difesa si è giovata dell’aiuto dei centrocampisti e si è avvicinata alla perfezione. Se proprio vogliamo trovare un pelo nell’uovo, bisogna cercare di essere ancora più compatti per portare un’efficace azione di pressing.

Adesso non resta che completare l’opera e per riuscirci è necessario non lasciare il dominio del gioco al Benfica a San Siro. Il coraggio mostrato a Lisbona, dove l’Inter ha disputato una delle migliori partite a livello internazionale che io ricordi, va tirato fuori anche nella gara di ritorno.

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