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Getty Images
Milan, Roma, Lazio, Napoli: nell’anno dello scudetto, Marcus Thuram firmò gol pesanti, diventando uno dei simboli della seconda stella interista. Nel derby, all’esordio, si prese subito la scena e al ritorno mise la firma nella gara che consegnò all’Inter il titolo. Quell’impatto, però, sembra oggi lontano.
"Nella scorsa stagione, infatti, seppur sia stata la migliore dal punto di vista numerico (18 reti complessive), ha fatto scena muta in quasi tutti i big match. Sembrava potesse seguire lo stesso percorso dell’anno precedente dopo la doppietta rifilata all’Atalanta alla terza giornata. Invece, per la sua successiva perla pesante è stato necessario attendere la semifinale di andata di Champions con il Barcellona. Da lì in poi, stop. La verità è che il tricolore passa anche dagli scontri diretti, come l’Inter ha sperimentato (negativamente) sulla sua pelle nella scorsa annata. Meglio allora che Thuram torni a indossare i panni della sua prima stagione nerazzurra", sottolinea il Corriere dello Sport.
"Il primo a sapere di avere qualcosa da farsi perdonare è proprio Tikus. I primi 6 mesi del 2025 non sono stati all’altezza di ciò che aveva messo in mostra in precedenza. Vero che lo hanno condizionato i guai fisici. Ma talvolta è sembrato anche scollegato. Il Mondiale per Club non è stato altro che l’ultima appendice di un periodo negativo. Mentre l’avvio della nuova annata è stato un segnale. Poi è arrivato il turno della Francia, nella quale, ancora, non riesce a fare la differenza e a prendersi la scena. L'Inter resta un’altra cosa. È in nerazzurro che Thuram ha fatto il salto di qualità, sfruttando un impianto di gioco adatto a sfruttare le sue doti. Sarà anche per questo motivo che, martedì notte, ha fatto subito ritorno a Milano, in modo da essere già ieri mattina alla Pinetina".
(Corriere dello Spor)
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