"Intanto la prima o fondamentale differenza è che Milan e Inter si sono avvalsi dell’istituto del patteggiamento che nel 2017 non esisteva nel Codice di Giustizia sportiva. L’articolo 126 (e seguenti) sono entrati nel 2019 ed è lo stesso principio utilizzato dalla Juventus nel giugno 2023 per chiudere la vicenda delle manovre stipendi e dei rapporti con i procuratori, costola del processo sulle plusvalenze. Perché Marotta, che pure compare nelle carte della Procura di Milano, non è stato inibito? Perché ha dimostrato, documenti alla mano, di aver informato preventivamente Procura Figc e Digos quando venuto a contatto con i gruppi ultras, cosa che Agnelli all’epoca non aveva potuto fare. Ma la situazione dell’Inter era più o meno grave di quella della Juventus?".
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"Dal punto di vista sportivo molto simile. Entrambi i club (e anche il Milan), nemmeno iscritti nel registro degli indagati nel procedimento penale, entrambi considerati “parte lesa” e “vittime” di meccanismi tollerati per non crearsi problemi ed entrambi in difetto davanti alle norme sportive. La Juventus si era vista contestare soprattutto la gestione della biglietteria, illecita per il codice Figc. Quello che è stato identico per entrambe è che la Procura federale ha evocato per tutti il mitologico articolo 4, quello sui principi di lealtà, correttezza e probità che nella vulgata popolare avrebbe dovuto aprire a punizioni esemplari, fino a penalizzazioni in punti o simili. Contestato a Inter e Milan così come allora alla Juventus, senza che nemmeno Pecoraro si sognasse di evocare una penalizzazione".
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